In una Fira de Barcelona molto rumorosa, soprattutto nel quarto d’ora concesso alle aziende per far funzionare i macchinari, ci sono stati anche angoli di (relativo) silenzio, grazie alla presenza di imprese che offrono servizi per il tessile e la moda.
E’ il caso di Up Solutions, che nella sede di ComoNext produce software e soluzioni informatiche per il settore tessile e per l’abbigliamento. Staff giovane, verve e dialettica 4.0, magliette in regalo come gadget e tanti visitatori, interessati sia alla proposta Just Mes che ad altri servizi: “Abbiamo avuto parecchie visite, anche da Turchia, Spagna, Portogallo e America Latina – conferma Debora Monti – ed ha pagato la scelta di presentarsi in partnership con Porini, nostro partner storico verso il quale indirizziamo eventuali richieste più adatte al loro servizio che al nostro. Dei visitatori arrivati in fiera qualcuno già ci conosceva, grazie anche al lavoro che abbiamo fatto sui social prima di ITMA, ed altri ci hanno scoperto qui. In questo siamo stati anche fortunati per la posizione dello stand, proprio all’inizio del padiglione”.
Altra hall e situazione diversa per Fadis, che a Barcellona ha puntato su una doppia qualità: quella dei macchinari ben conosciuta dai clienti e quella della gastronomia con un ristorante nello stand che, a giudicare dalle presenze e dai commenti, è stato apprezzato tanto quanto le dipanatrici in funzione a pochi metri di distanza. Anima dello stand la seconda generazione dei Carabelli: Raffaella, Giuseppe, Debora e Elena hanno raccolto l’eredità del padre Danilo, scomparso meno di un anno fa, e si muovono in sincrono per gestire clienti e visitatori che, prima di andare via, vengono immortalati in un selfie con sfondo a scelta tra Barcellona, Milano, opere d’arte e l’interno dell’azienda con foto recapitata a destinazione via mail in un secondo.
Tanto marketing quindi ma anche gli affari, quelli più “materiali”: “E’ stata una fiera positiva – dice Debora Carabelli – forse anche più delle attese. Sono un po’ mancati gli italiani, con Pitti Filati quasi in contemporanea, ed anche i clienti di Indonesia, Sri Lanka e Bangladesh, che hanno avuto problemi con i visti di ingresso, oltra ai cinesi che ormai aspettano l’edizione di Shanghai, ma in compenso sono arrivati in massa indiani e pakistani. Qualcuno con le idee chiare e altri invece più curiosi. Abbiamo formalizzato qualche ordine già in fiera e, arrivando da un anno un po’ difficile, la cosa è positiva. D’altronde le incertezze economiche e politiche, come quelle ad esempio di Cina e Usa e della Turchia, gravano anche sul nostro settore”.