E’ stata inaugurata ufficialmente sabato Italia 2.0, la nuova tessitura del Gruppo guidato da Andrea Borelli e che ha sede a Montemurlo. Questa nuova avventura parte dall’acquisto dei macchinari di una tessitura in chiusura. “I macchinari erano quasi nuovi e in ottime condizioni – ha commentato Borelli in occasione dell’apertura – pertanto li abbiamo comprati senza alcun’altra continuità con l’azienda venditrice. Abbiamo rifatto gli impianti e adesso siamo pronti a partire con questa sede che ci consentirà di completare l’offerta delle tipologie di tessitura”. Questa è la terza tessitura per Borelli: Tessitura Italia, Italia 2.0 e adesso questa nuovo omonima ‘costola’ in via Perugia a Montemurlo.
“Qui ci sarà una lavorazione cotoniera – afferma Borelli – con un alto grado di sostenibilità, studiata per produrre articoli per camiceria e bianchi per bianchi. Si tratta di lavorazioni delicate per le quali garantiamo un bassissimo impatto ambientale e un ottimo livello tecnologico”. Questo segmento mancava al Gruppo, la nuova unità di Italia 2.0 quindi completa l’offerta e si presenta da subito con buone aspettative, infatti dagli attuali trenta telai il piano di sviluppo prevede di arrivare a quaranta nel giugno 2018. “In quella data, se le previsioni saranno rispettate – continua Borelli – il Gruppo conterà in totale 95 telai per la lavorazione di tutte le tipologie di filati, per realizzare classici articoli pratesi come il cardato, filati speciali tipo il bouclè, filati medio-fini come il jacquard. Saremo quindi in grado di rispondere a ogni esigenza dei clienti”.
Le Tessiture al momento lavorano per l’80% su Prato e per un 20% sul Nord Italia. Con questo ultimo tassello l’obiettivo è di allargare le collaborazioni col Nord Italia, dove le lavorazioni di tessuti per camiceria è molto diffusa. Per quanto riguarda il distretto pratese, invece, la tessitura bianco per bianco è oggi abbastanza difficile da trovare, dopo molte chiusure negli anni critici del tessile. “Purtroppo a Prato non c’è stata una visione molto lungimirante da parte del comparto industriale e in particolare di chi ha lavorazioni più a valle – conclude Borelli – molte tessiture hanno chiuso perché messe alle strette da clienti, per non parlare delle filature: ora ci si lamenta che la filiera non è completa, ma in qualche caso è davvero troppo tardi. Per quanto ci riguarda siamo soddisfatti di questo nuovo passo e speriamo che il mercato premi questo investimento”.