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Il tessile si ferma: iniziato il conto alla rovescia

Rabbia prima, smarrimento poi e infine una parziale soddisfazione, che mitiga l’amarezza di dover interrompere la produzione. Per il sistema confindustriale il decreto firmato dal presidente Conte è stato un susseguirsi di reazioni, all’inizio stizzite e preoccupate per il timore di dover lasciare le aziende nello stesso modo in cui erano state chiuse venerdì, poi pian piano alleggerite dall’accoglimento delle richieste per una chiusura graduale.

Fino a tutto mercoledì 25 infatti potranno essere messe in sicurezza le macchine, sistemati i magazzini, inviati gli ultimi ordini già pronti e pulire gli ambienti.

Apprezzata anche la procedura della comunicazione al prefetto da parte delle imprese incluse nelle filiere a servizio dei settori indicati come essenziali, un aspetto che potrebbe anche servire per rendere operative senza altri ostacoli le imprese riconvertite o in via di riconversione produttiva verso mascherine e dispositivi di protezione.

“L’allarme del sistema confindustriale – scrive in una nota Confindustria Toscana Nord – ha avuto effetti positivi, pur con alcune eccezioni. All’allarme e alle richieste da formulare al Governo abbiamo fornito un importante contributo anche noi, intervenendo presso il direttore generale di Confindustria Marcella Panucci, che ha dato immediato riscontro”.

“Le imprese sono pronte a fare la loro parte con grande senso di responsabilità. La salute delle persone è la priorità per tutti” dice Carlo Piacenza, presidente dell’Unione Industriale Biellese.

“E’ importante definire bene il perimetro delle attività ritenute essenziali – continua un preoccupato Piacenza –  quindi delle filiere che sono necessarie al funzionamento e all’approvvigionamento di tali attività. Al momento non abbiamo ancora indicazioni precise, ad esempio, per quanto riguarda il settore tessile e la tutela di tutte quelle attività che fanno parte delle filiere internazionali. Siamo in un momento cruciale per la consegna delle pezze campione: se non potremo terminare questa fase, che richiede ancora due settimane di lavoro, mettiamo a repentaglio la produzione delle collezioni estive di tessuti, mandando in fumo i prossimi 5 o 6 mesi di lavoro”.

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