Nel presentare questa edizione di Texpremium come “estiva” siamo stati forse ottimisti e abbiamo sottovalutato il clima britannico, che al sole concede poche e limitate passerelle. Ed infatti la fiera londinese è iniziata sotto un cielo grigio che però, a metà pomeriggio, ha lasciato filtrare qualche raggio di luce dalle vetrate del Business Design Centre di Islington.
Più tepore che caldo quindi e la stessa atmosfera si è respirata tra gli stand: non c’è il pienone della London Textile Fair ma una clientela selezionata e calma, senza la frenesia delle fiere più grandi. E ci sono anche alcune aziende che si affacciano per la prima volta al palcoscenico del nord di Londra. L’italiano la fa da padrone ed in alcuni punti sembra di essere a Prato. Più di quanto, pare di capire, sarà a Première Vision tra due settimane.
Leathertex è qui con Riccardo Gorone, che di fiere ne ha girate anche in altre vesti: l’azienda espone approfittando anche del finanziamento avuto dalla Regione per la partecipazione ad eventi extra-europei (vantaggi della Brexit, ndr) pur non avendo nell’Inghilterra il riferimento principale come mercati esteri: “Diciamo che questa fiera – spiega annunciando la rinuncia a Parigi – sta alla London Textile Fair come Milano Unica sta a Première Vision; il target è più mirato. La tempistica forse è troppo anticipata, siamo a livello di precollezioni ma veniamo da Preco a Parigi, andata benissimo”.
Conferma a Londra anche per Iluna, con una buona prima mattinata in termini di appuntamenti e incontri: “L’atmosfera – dice Federica Annovazzi – è forse più calma del solito, ma lo è stata anche a Miami una settimana fa. La data negli USA è stata troppo anticipata, qui invece va bene ma viaggiare con due collezioni, l’autunno-inverno più un anticipo della primavera-estate 26 non è facile. Per noi il mercato inglese è di nicchia quindi i numeri che facciamo qui in fiera vanno bene, anche perché alcuni marchi passano dall’Italia”.
Anche Iluna non sarà a Première Vision: “Non è più la Parigi di una volta – continua Annovazzi – ed i prezzi sono alti. Questa volta poi, con le Olimpiadi… Siamo in un periodo che presenta ancora i segnali della crisi, il settore dell’intimo non è ancora ripartito, siamo i primi a fermarsi e gli ultimi a ripartire”.