“Oltre al danno anche la beffa”: Confartigianato Moda critica la scelta di rimettere sul mercato i tessuti confiscati e poi venduti all’asta.
L’ultimo caso a Prato ha aperto uno scenario inatteso: “Anziché distruggerli si rimettono sul mercato per fare cassa, è una norma da cambiare” dice il presidente nazionale di Confartigianato Moda Moreno Vignolini all’indomani della vendita all’asta.
“Per una volta che viene fermata una manovra illegale – spiega Vignolini – lo Stato sceglie di fare cassa invece di ritirare i tessuti dal mercato. Il danno per il distretto rimane, perché molte aziende pratesi, oggi in difficoltà, avrebbero potuto beneficiare della produzione di oltre 2 milioni di metri di stoffa, che invece verrà rimessa in commercio. E quali tessuti torneranno sul mercato? Si tratta di tessuti conformi alle normative, o degli abituali tessuti importati illegalmente, senza alcun controllo?”.
Vignolini punta sulla legalità di certi prodotti: “E’ certo che sono frutto di un sistema illegale fatto di sfruttamento del lavoro, evasione fiscale, smaltimento illecito degli scarti, contraffazione e molte altre irregolarità. Credo che, di fronte a una decisione così ingiusta, sia doveroso chiedersi se non sia il caso di cambiare questa norma, che finisce per penalizzare proprio chi, in Italia e a Prato, opera rispettando la legge. Sarebbe auspicabile una norma che preveda che tutto ciò che viene sequestrato dai laboratori illegali, compresa merce contraffatta o non contraffatta ma comunque prodotta in maniera illegale, andrebbe distrutta. E magari prevedere, in caso di produzione illegale, il sequestro per oltre un anno degli impianti”.