La 50esima edizione di Filo si chiude con un ottimo bilancio. “Oltre ai numeri che confermano gli obiettivi che ci eravamo posti per il triennio 2015-2018 – afferma Paolo Monfermoso, responsabile di Filo – questa edizione ci ha soddisfatto per il clima assolutamente positivo: le new entry sono state soddisfatte, i buyer presenti ci hanno compensato per lo sforzo che queste operazioni ci richiedono. Il matching tra domanda e offerta è sempre più soddisfacente e questo è l’elemento essenziale per una fiera come Filo, che fa della concretezza la sua caratteristica essenziale. Gli espositori ribadiscono che a Filo non si perde tempo, anzi sempre di più sono organizzati per appuntamenti con i clienti: so di espositori che hanno fatto un numero di presentazioni davvero alto al giorno, delle vere e proprie macchine da guerra”.
Da sottolineare inoltre quanto sempre più l’offerta sia non solo di qualità ma anche stimolante: gli espositori presentano suggestioni e non solo filati, grazie anche alla collaborazione con chi realizza tessuti e addirittura capi finiti. “Ad onor del vero questo è un plus con cui i nostri espositori suppliscono alla sempre meno frequente presenza del così detto uomo-prodotto tra i visitatori – commenta Monfermoso – non sempre il cliente ha la competenza per intuire le potenzialità di un filato, troppo spesso ci si ferma a prezzo e colore, ecco allora che il filatore offre proposte, suggestioni, suggerimenti, idee”.
Prossimo obiettivo sarà un ulteriore sforzo sulla sostenibilità. “Ci abbiamo già puntato molto in questi anni, conclude Monfermoso – e molti espositori hanno investito in questa direzione. Quello che vorremmo adesso è renderla un valore condiviso da tutte le aziende che espongono a Filo, anzi partendo dal monte che siamo noi estenderla a tutta la filiera. Porsi questo obiettivo comporta dei rischi, perché significa porre dei paletti stringenti, fissare dei parametri, ma è l’unica strada perseguibile se vogliamo raggiungere una ‘sostenibilità di filiera’”.