Brenna Confindustria Como

Il 2024 di Como è finito com’era iniziato

Un 2024 in calo, come prevedibile, per il distretto di Como ed i suoi “vicini”, con i numeri che adesso sono “ufficiali” grazie al resoconto dell’Osservatorio di Confindustria Como e Confindustria Lecco e Sondrio.

A Como, tra luglio e dicembre, le aziende hanno registrato una fase di diminuzione degli indicatori, in media con Lecco e Sondrio: ordini, produzione e fatturato sono risultati negativi per tendenza che congiuntura.

Il raffronto con la seconda metà del 2023 dice -2,2% e -4,1%, ma il quadro è variegato, sia per la capacità che per il tasso medio di utilizzo degli impianti, che nel tessile arriva al 71,6% per le imprese tessili.

All’orizzonte, almeno per i primi sei mesi del 2025 c’è però una leggera ripresa e, soprattutto, la fine della fase di decelerazione, con un ottimistico +1,3%.

Nella seconda metà del 2024 l’export ha pesato per quasi un terzo (32,8%) delle vendite complessive, con la primaria importanza dell’Europa Occidentale, area dove è generata circa la metà delle esportazioni e una quota del 17,6% del fatturato totale. Poi Stati Uniti (3,7%), Est Europa (3,3%), BRICS (2,5%), Asia Occidentale (2,1%), e America Centro-Meridionale (1,2%).

Le varie percentuali negative non hanno però fermato gli investimenti: per due realtà su cinque gli interventi hanno avuto ricadute su sostenibilità ambientale (43,5%), efficienza energetica (41,4%) ricerca e sviluppo di prodotto e di processo (40,4%). Il 56,9% del campione ha sostenuto investimenti per il rafforzamento del capitale fisico acquisendo nuovi spazi e inserendo nuovi impianti e dotazioni produttive (il 34,8% ha scelto tecnologie per la trasformazione digitale) e realizzando azioni per la promozione della propria presenza sui mercati internazionali.

In tenuta anche l’occupazione, stabile per il 73,1% delle aziende. La produzione ha seguito l’andamento in calo della domanda e nel tessile si è fermata al 65,4% delle capacità.

“La manifattura – dice il presidente di Confindustria Como, Gianluca Brenna (nella foto) – risente della forte frenata della Germania e della minor esportazione verso la Cina, che ha internalizzato diverse produzioni. Soffrono le aziende del settore tessile che pagano il forte calo degli acquisti anche nell’ambito del lusso. Permangono alcune criticità sul fronte dell’approvvigionamento delle materie prime ma l’aspetto più critico, in particolare per le aziende energivore, riguarda i costi dell’energia ancora una volta in forte aumento. Il semestre non è stato facile e anche questi primi mesi del 2025 non sono da meno”.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini