Si è chiusa con i consigli per entrare nel mondo del lavoro la quarta edizione di “E’ di moda il mio futuro“, il progetto di Confindustria Toscana Nord per l’orientamento dei giovani verso le professioni della moda.
Nonostante la situazione dovuta alla pandemia sono stati 750 i ragazzi coinvolti: saltati laboratori e concorsi, tutte le altre tradizionali attività sono state realizzate on line, organizzando dei webinar con dialogo diretto con i giovani e trasmettendo dei video realizzati in collaborazione con scuole e aziende. Sono stati effettuati incontri con i ragazzi di terza media in procinto di scegliere la scuola superiore e con le loro famiglie; sono stati presentati video relativi alle scuole medie superiori e, per i ragazzi più grandi, all’offerta formativa post diploma; tramite video sono state realizzate visite virtuali alle aziende e incontri con giovani lavoratori che vi operano e che hanno potuto rappresentare la loro esperienza.
Gli ultimi due webinar hanno visto il ruolo attivo di Gi Group, l’agenzia per il lavoro sponsor del progetto, che ha proposto ai giovani partecipanti stimoli e riflessioni su come cercare occupazione nell’era digitale e come farsi apprezzare nei colloqui di lavoro.
“Sono stati nove appuntamenti – commenta Roberta Pecci, che coordina il gruppo di lavoro costituito in seno alla sezione Sistema moda per occuparsi specificamente di offerta formativa, fabbisogni di professionalità e orientamento – durante i quali abbiamo colto interesse e partecipazione da parte dei ragazzi e un grande spirito di collaborazione da parte delle scuole e degli istituti post-diploma. I timori che avevamo alla vigilia di questa edizione così anomala si sono dissolti di fronte al favore che abbiamo riscontrato per le nostre iniziative, che non finiscono qui perché le registrazioni dei webinar e i video realizzati sono disponibili sul canale YouTube di Confindustria Toscana Nord e sulla pagina Facebook dedicata al progetto. Continua inoltre l’attività del nostro gruppo di lavoro e della sezione Sistema moda per una sempre più intensa collaborazione con le scuole del territorio e con tutti i soggetti impegnati nella formazione per la moda. A livello di iniziative post-diploma Confindustria Toscana Nord ha contribuito alla definizione di profili e contenuti per gli ITS STAR ed ETIC, per tecnici rispettivamente commerciali e di sviluppo prodotto, realizzati da MITA con il supporto di Buzzi e Pin; alcuni colleghi sono coinvolti in questi ITS come docenti. Anche con lo stesso Istituto Buzzi e con il Liceo artistico Brunelleschi di Montemurlo sono in corso collaborazioni: nel caso del Buzzi facciamo parte di gruppi di lavoro per l’attualizzazione dei programmi della scuola, mentre al Brunelleschi stiamo proponendo una declinazione orientata anche alla maglieria, con il coinvolgimento diretto delle aziende, e alla sostenibilità”.
“Portare avanti ‘E’ di moda il mio futuro’ in questo anno così difficile – aggiunge Maurizio Sarti, presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord – è stata una scommessa, vinta grazie all’impegno di Roberta Pecci e dei colleghi del gruppo di lavoro ad hoc. Avendo partecipato anche personalmente con la mia azienda, ho colto un forte interesse nei ragazzi e nelle loro famiglie, così come nelle aziende. E’ stato compreso lo spirito che guarda al futuro, che non si limita a osservare i problemi di oggi ma intende arginare anche quelli di domani, quando la pandemia sarà finita. Il rischio di perdere competenze è alto, con una demografia del settore caratterizzata da età avanzata. Il nostro settore deve essere tutelato anche sul fronte del ricambio generazionale della forza lavoro; ‘E’ di moda il mio futuro’ ha soprattutto la finalità di far comprendere a giovani e famiglie che un’occupazione nella moda è un’opzione qualificata da tenere nella massima considerazione. Abbiamo cercato di far comprendere che le opportunità occupazionali nel tessile, nell’abbigliamento e nel calzaturiero sono varie e interessanti, sia sul versante creativo che su quello tecnico e organizzativo; e anche che al settore si può arrivare sia per la ‘via maestra’ della formazione dedicata ma anche attraverso percorsi meno convenzionali. Ci sembra che il messaggio sia passato”.
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