Astri Prato

Hub pratese, anche il mondo del riciclo si interroga

L’annunciata progettazione dell’Hub tessile a Prato continua a registrare, dopo il plauso iniziale, qualche altra perplessità tra gli addetti ai lavori. A sollevare dubbi sulla “genesi” dell’hub è anche Astri, l’associazione che è dedita a riciclare i materiali tessili ed ha sede proprio a Prato.

“Astri non è stata coinvolta nel progetto – dice il presidente Fabrizio Tesi – nonostante sia un punto di riferimento su questo tema a livello nazionale e internazionale. Il punto che non ci è chiaro e ci preoccupa è come la filiera pratese del riciclo e del riuso si integrerà in questa iniziativa. Sembra che l’hub andrà a fare qualcosa di simile a quello che già le nostre aziende fanno con esperienza e professionalità”.

“A Prato – prosegue la nota di Tesi – c’è un hub del riciclo tessile diffuso, che si compone di una cinquantina di aziende (nella foto una delle assemblee), con circa 500 addetti specializzati. Siamo in grado di gestire una grande quantità di rifiuti tessili ed il 60% di quello che viene raccolto è destinato al riuso, il resto va a riciclo e solo il 3%  deve essere smaltito. Il nuovo hub sarà un sistema alternativo o complementare? Perché se ci sono dei finanziamenti pubblici a disposizione sarebbe utile utilizzarli per rendere più competitiva la filiera, per fare qualcosa che ad oggi non si è in grado di fare e di rendere il nostro territorio ancora più attrattivo per chi vuole mettere in piedi programmi di circolarità tessile”.

Poi emerge anche la parte imprenditoriale della questione: “Ci piacerebbe sapere – conclude il presidente – se sono state fatte delle stime dei materiali che saranno trattati, se si conosce quale valore hanno sul mercato, quali sono i mercati interessati e le filiere. Alle nostre aziende, che fanno questo lavoro da decenni, non è stata chiesta nessuna collaborazione per elaborare questi numeri e progettare un investimento senza avere certezza dei numeri ci sembra azzardato. Facciamo in modo che quella che potrebbe essere un’opportunità per la filiera del riciclo e del riuso non si trasformi in un boomerang che ne metterà a rischio la sopravvivenza”.

Condividi articolo