E’ stato uno dei primi a parlare di “fine della stagionalità e delle tendenze” quando ancora i calendari fieristici non erano stati stravolti dagli anticipi e le richieste degli espositori non andavano al di là di una buona posizione nei corridoi e nei padiglioni.
Gianni Bologna, responsabile creatività e stile di Filo, ha sicuramente precorso i tempi ed adesso si trova a lavorare con quelle tempistiche e quelle esigenze che aveva previsto anni fa. Il suo è un linguaggio ‘alto’, con citazioni storiche, filosofiche e artistiche che fanno delle sue idee (“perchè le tendenze non esistono”) una guida per le aziende.
“Sul pensiero lineare abbiamo messo una pietra”, esordisce per spiegare la necessità di avere una elaborazione complessa nell’approccio con colori, materiali e sensazioni.
Come gestice il passaggio da sensazioni e entità astratte a realtà precise, ovvero i filati?
Quello che esce dai miei studi deve essere una proposta tessile, perchè i destinatari sono aziende che non fanno voli pindarici ma fatti. Io ho il compito di dare un’idea a chi produce ma non creo tendenze perchè quelle non le crea nessuno, nemmeno i più grandi stilisti. Il grande flusso di idee è anarchico, la mia è una sorta di partenogenesi.
I tempi e le tempistiche sono cambiati e le date delle fiere non seguono più gli schemi di una volta. Come si è adattato?
Per me non è cambiato nulla, questi spostamenti non hanno pregiudicato il mio lavoro. Piuttosto ho pensato a modi nuovi di proporre le idee e per questa edizione di Filo ho preparato un video innovativo rispetto agli anni scorsi.
Forse è stato più influente Leonardo da Vinci…
Quella di abbinare le mie indicazioni a Leonardo non è stata una mia idea ma ho accettato volentieri la proposta che mi è arrivata dagli organizzatori in funzione della mostra sull’artista a Palazzo delle Stelline. Partendo dalle opere di Leonardo su persone, macchine, battaglie e piante ho creato quattro linee-guida ovvero ‘Età dell’uomo come persona’, ‘Età delle macchine’, ‘Età della concorrenza come lotta diffusa’, ‘Età della delle rarità botaniche’. Devo dire che il tema che mi ha più coinvolto è stato quello delle battaglie e sono soddisfatto di aver svolto il compito, dando l’indicazione di guardare al presente.
Prima di far uscire ufficialmente le linee-guida le confronta con qualcuno?
Assolutamente no, non ne sento il bisogno, non ci riesco. Non è per presunzione ma è proprio un mio modo di lavorare.
Trova ispirazioni nelle tendenze di altre fiere o comunque le segue?
Lavoro in questo settore da quaranta anni e so come documentarmi. Se ho occasione di visitare altre fiere lo faccio volentieri, mi guardo intorno e volente o nolente vengo influenzato, ma non sono certo quelle le mie fonti di ispirazione”