Il futuro ha la forma di una farfalla

Il futuro è passato da Première Vision e si è fermato in un angolo della Hall 5, al Wearable Lab, un nuovo spazio dove ingegno e creatività viaggiano a mille all’ora. Tra i progetti esposti, tutti di giovani designer selezionati da PVP, spiccano alcune creazioni futuristiche ed altre che possono trovare applicazione immediata.

Rientra in quest’ultima categoria il progetto Connected Jeans di Spinali Design: due sensori inseriti all’interno del passante della cintura e connessi con lo smartphone vibrano ora a destra ora a sinistra quando è il momento di girare l’angolo per raggiungere la destinazione impostata sul gps del cellulare, togliendo l’impaccio di camminare guardando il display e rischiando di scontrarsi con pedoni, lampioni e ostacoli vari. In più con lo stesso metodo si possono seguire (o ritrovare) i bambini che si sono allontanati dai genitori durante una camminata o un giro al supermercato. La vibrazione funziona solo quando i jeans sono indossati: se riposti nell’armadio o infilati nella lavatrice percepiscono immobilità o movimenti strani e vanno in stand-by. Della stessa start-up, che segue sia la parte fashion che quella tecnologica, anche costumi da bagno che, con un sensore connesso al cellulare, segnalano grazie ad un’app temperatura, raggi uva, tempo di esposizione al sole e altri consigli per chi sta in spiaggia.

Farfalle300Al Wearable Lab ci sono anche la maglia (Incertitudes) piena di spilli che si animano e seguono il suono della voce ideata da Ying Gao e l’abito da donna adornato di farfalle di stoffa di Ezra+Tuba: già bello addosso al manichino diventa stupefacente quando, indossato, dei sensori percepiscono i movimenti e le farfalle si animano sbattendo le ali. Infine il Thorax di Clara Daguin, una collezione (Body Electric) di abiti con fibre ottiche che si illuminano appena la luce si spenge.

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