Una panoramica degli stand di Première Vision

Florence Rousson
Presente e futuro di Première Vision

Gli occhi sono sul presente, la testa soprattutto del futuro. A Première Vision tanto gli espositori quanto i visitatori hanno questa doppia visione: da un lato valutare quello che accade in questi giorni al Parc des Expositions, dall’altro capire la direzione che prenderà il salone a iniziare dalla prossima edizione.

E se lo fanno visitatori ed espositori figuriamoci Florence Rousson, la manager che GL Events ha scelto per guidare il salone e che è di fatto al secondo giorno di studio e valutazione della fiera: base nel Cube, lo spazio nella hall 5 riservato a management, stampa e ospiti vip, ma movimento continuo nei padiglioni.

Partiamo dal presente. La cosa che risalta a primo impatto è la divisione in soli due padiglioni. E’ una scelta vostra o ci sono imposizioni dovute alle Olimpiadi (al Parc des Expositions fervono i lavori per ospitare una grande arena per gli spettatori e per la disputa di alcune gare di scherma e incontri di boxe, ndr)?
E’ una scelta nel nostro team. Abbiamo voluto ottimizzare la permanenza in fiera dei clienti e dei visitatori. Ormai la tendenza è quella di rimanere poco tempo tra gli stand, sicuramente meno che in passato, e quindi abbiamo voluto concentrare l’offerta, anche nei forum, dove i prodotti sono esposti in modo semplificato e globale, soprattutto quello nella hall 6, che ha vicino anche lo spazio per i talks, che sono molto seguiti.

GL Events
Florence Rousson

Nel presente è innegabile anche un calo dei numeri degli espositori e un cambiamento “geografico” delle aziende presenti. Il suo obiettivo per il futuro è più tornare alla quantità del passato o preservare la qualità dei prodotti esposti?
Sono cambiati i numeri come è cambiato il mercato e la fiera è lo specchio di questo cambiamento. GL Events mi ha dato l’incarico di gestire la divisione moda dei loro saloni e riqualificare il posizionamento delle quindici fiere di settore che facciamo in tutto il mondo. Quindi l’idea non è quella di tornare per forza ai 1.500 espositori di una volta, se il mercato non li chiede. Se il punto di incontro tra domanda e offerta fosse di 500 espositori allora faremmo un salone da 500 espositori, ma sono qui appunto per fare anche questo tipo di valutazione. Ci adatteremo alla trasformazione in corso. E’ la mia prima edizione di luglio e prima di prendere decisioni voglio parlare con più persone possibile perché so che le soluzioni vanno trovare insieme agli operatori di mercato.

E’ in corso una valutazione delle date? Nei corridoi della fiera il dibattito luglio-settembre è molto vivo.
So che c’è attenzione sulle date e che qualcuno vorrebbe un cambiamento ma devo capire da quale parte arriva la richiesta. Dobbiamo capire perché c’è questa voglia di cambiare . La storia dice che le fiere sono due all’anno e che seguono i tempi  delle collezioni quindi prima di decidere bisogna capire cosa è giusto per la fiera e di cosa ha bisogno il mercato, che sta cambiando velocemente. Magari le risposte che avremmo a settembre 2024 sarebbero diverse da quelle del settembre 2025 o 2026. Non c’è una soluzione unica, valida per tutti.

Anche per questa edizione avete fatto un’operazione importante di incoming dall’estero.
Sì, abbiamo invitato 250 operatori del settore, arrivati da diverse aree del mondo. Lo abbiamo fatto per seguire l’evoluzione internazionale dei mercati grazie anche a Business France, un organismo pubblico che lavora su un programma che si chiama “L’export comincia in Francia”. Abbiamo facilitato gli incontri tra buyers e espositori, con un’agenda capillare e appuntamenti fissati in anticipo. Quindi visitatori internazionali per espositori internazionali, “certificati” dal punto di vista della qualità perché oggetto della valutazione del comitato di PV.

Parigi è ancora un valore aggiunto per Première Vision o tra eventi collaterali, come le Olimpiadi, e costi in crescita può limitare le presenze e i giorni in fiera?
E’ un valore, in termini di ispirazione per la moda e di appeal su chi viene da fuori, la Fashion Week è una delle più importanti al mondo. Ma sono d’accordo sul fatto che come salone dobbiamo lavorare con la città e per questa edizione della fiera abbiamo anche preparato una guida su come vivere Parigi e dove andare per trovare spunti per il proprio lavoro, dai negozi ai vari luoghi storici.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini