Acimi

Fine 2024, flessione a due cifre per il meccanotessile

Il quarto trimestre del 2024 non ha invertito il trend in calo del meccanotessile italiano, anzi: l’indice degli ordini elaborato da Acimit mostra una flessione del 19% rispetto al dicembre 2023.

Il risultato è frutto di una lieve crescita degli ordini raccolti sul mercato interno a fronte di una flessione più decisa sui mercati esteri: +6% contro -22%, con il carnet ordini che ha raggiunto i 3,3 mesi di produzione assicurata.

Complessivamente nel 2024 l’indice ha segnato un calo del 16% rispetto alla media del 2023: in Italia l’indice è cresciuto del 10%, mentre all’estero è sceso del 19%.

“L’indice degli ordini – dice Marco Salvadè, presidente di Acimit (nella foto) – conferma una raccolta ancora debole, soprattutto all’estero. Le nostre esportazioni mostrano un ridimensionamento in tutti i principali mercati di sbocco, ad eccezione del mercato cinese; in Turchia, India, Stati Uniti e Germania si osserva una flessione rispetto al medesimo periodo 2023″.

In Italia, nonostante il piano Transizione 5.0 non abbia finora sortito gli effetti sperati in termini di maggiori investimenti in macchinari, la raccolta ordini è cresciuta rispetto al biennio 2022-2023.

“Resta, tuttavia, la preoccupazione per il 2025 – conclude Salvadè – perché il contesto geopolitico a livello globale alimenta l’incertezza di imprenditori e consumatori, anche a seguito delle prime decisioni commerciali prese da Trump. In Italia, invece, preoccupano gli alti costi energetici che colpiscono la manifattura in generale. Per quanto riguarda l’industria tessile, invece, l’adeguamento delle aziende alle sempre più stringenti normative UE in termini di sostenibilità e circolarità potrebbe rappresentare per noi un’occasione di sviluppo”.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini