La 49′ edizione di Filo che si è chiusa ieri a Milano ha scritto la parola “fine” alla lunga serie di fiere della filiera tessile e il bilancio a Palazzo delle Stelline è positivo.
In una Milano congestionata dagli eventi, tra Lineapelle e le sfilate, Filo si è ritagliato uno spazio sufficiente per portare in fiera i buyer, anche internazionali: “Forse manca ancora un calendario del tutto condiviso – dice il responsabile di Filo Paolo Monfermoso – ma questo non ci ha impedito di avere più aziende espositrici e i buyer attesi. E abbiamo anche consolidato il numero dei visitatori delle edizioni del 2017. Ho visto gli espositori al lavoro, sempre più con appuntamenti fissati in agenda in moda da ottimizzare i tempi, come abbiamo notato anche dalla crescita dei pre-accrediti. Dalla scorsa edizione espone a Filo un gruppo selezionato di tintorie e in questa edizione si è aggiunta la presenza istituzionale di Acimit”.
la nostra presenza a Rho ha suscitato interesse e curiosità nei visitatori
Positivo anche il bilancio dell’esperienza a Milano Unica, il primo passo in sinergia con il salone dei tessuti: “Siamo molto contenti e contiamo di ripetere il tutto – dice ancora Monfermoso – e voglio sottolineare che l’idea nacque già con il compianto Silvio Albini. Ringrazio Ercole Botto Poala per averla messa in pratica perchè la nostra presenza a Rho ha suscitato interesse e curiosità nei visitatori, soprattutto stranieri, che hanno piacere nel vedere tutta la filiera unita”.
Anche l’inaugurazione ufficiale di Filo è sevita per ricordare Albini: a farlo è stato Carlo Piacenza, presidente dell’Unione Industriale Biellese. Poi il dibattito sulla globalizzazione, con interventi dello stesso Piacenza, di Mauro Chezzi, vice-direttore di Sistema Moda Italia, e di Alessandro Zucchi, presidente di Acimit.