Tintoria

Energia e gas metano: nessun aiuto per rifinizioni e tintorie

Figlie di un dio minore. Rifinizioni e tintorie sono state escluse dalla Commissione Europea dal novero delle imprese energivore e gasivore che meritano sostegno. 

A differenza di altri segmenti della filiera tessile (preparazione e filatura, tessitura, tessuti non tessuti etc), la Comunicazione UE 2014/C 200/01 non cita il codice Ateco 13.30, che identifica il finissaggio dei tessili, degli articoli di vestiario e simili. La ragione di questa esclusione del comparto dalle agevolazioni sugli oneri energetici risiede nella strategia dell’Unione Europea di sostenere solo le imprese che hanno rapporti diretti col mercato, così da salvaguardarne la competitività.

“Come Confindustria Toscana Nord siamo intervenuti a tutti i livelli per sanare questa evidente ingiustizia nei confronti del comparto nobilitazione e più in generale del settore tessile del nostro paese – spiega Andrea Cavicchi, presidente della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord – L’obiettivo finale rimane quello di persuadere l’Unione Europea a introdurre anche le imprese con codice Ateco 13.30 fra le beneficiarie delle agevolazioni: ma nel frattempo le imprese non possono essere private di questi aiuti.  Per le energivore siamo riusciti a ottenere dal Governo italiano che le imprese già classificate come tali per le competenze 2013/2014 possano continuare a godere delle agevolazioni: si sono così salvaguardate imprese del territorio che anche in futuro risparmieranno sugli oneri di sistema, per un’entità complessiva dell’ordine di centinaia di migliaia di euro. Un esito che non ci basta, perché non consente ad altre imprese di acquisire questo beneficio: tuttavia di fronte alla prospettiva di un azzeramento totale delle agevolazioni lo consideriamo un buon risultato”.

Evidentemente l’Ue non ha tenuto conto che in un sistema industriale come quello italiano basato in larga parte sulle filiere produttive, la competitività dell’impresa finale dipende anche dalle prestazioni e dagli equilibri finanziari dei segmenti intermedi, che concorrono in maniera spesso determinante alla creazione di valore aggiunto.

Ma un rischio si intravede anche su un altro fronte, quello delle imprese gasivore. Si attende a giorni un decreto del Ministero dello sviluppo economico su questo tema: se venissero recepite le norme europee – le stesse che riguardano le energivore – senza ulteriori specificazioni, le imprese di nobilitazione rimarrebbero escluse dai benefici.

“Finora l’Italia non aveva previsto agevolazioni per le imprese ad alta intensità di consumi di gas metano: non ci sono quindi precedenti a cui appellarsi come è accaduto per le energivore – continua Andrea Cavicchi – Anche in questo caso abbiamo cercato alleanze e supporto per ovviare a questa situazione ingiustificabile: dal Comune di Prato a Confindustria, fino al Governo e a contatti diretti con Bruxelles, abbiamo cercato e cerchiamo tutti i canali possibili per trovare una soluzione. Abbiamo delle proposte, non facili ad attuarsi e non del tutto risolutive, che però se adottate potrebbero costituire almeno un primo passo in vista del vero obiettivo: l’inclusione a livello europeo delle imprese di nobilitazione fra le beneficiarie delle agevolazioni, sia per l’energia che per il gas. La loro esclusione rappresenta una distorsione e una penalizzazione per il tessile italiano e per quello pratese in particolare: se l’obiettivo dell’Unione Europea è salvaguardare la competitività delle imprese sui mercati, dobbiamo far comprendere che questo non è possibile escludendo dai benefici sugli oneri energetici parti essenziali della filiera produttiva”.

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