Epson e crisi ucraina

Dagli stand di ITMA arriva ottimismo

Novità, ricerca, evoluzione e innovazione. L’Italia a ITMA sta facendo la figura del leone non solo dal punto di vista della quantità ma soprattutto per la qualità.

Gli otto padiglioni della Fira Gran Via sono una città intera divisa in “quartieri”, a loro volta divisi in strade dove la tipologia di prodotto proposto è simile e quindi la concorrenza è, nel vero senso della parola, dietro l’angolo.

Il padiglione 3, per esempio, è quello dove ci sono soprattutto le aziende della stampa digitale. Tra queste Epson, che, dopo l’acquisizione completa di Fortex e Robustelli (comunque citate sulla guida ufficiale della fiera) si presenta col brand unico e con la novità della Monna Lisa Evo Tre e degli inchiostri a pigmenti Genesta. Nello stand, affollato già dal primo giorno, le nuove Monna Lisa Evo Tre 64 e Monna Lisa Evo Tre 8, insieme a Monna Lisa Evo Tre 32 (esposta nella configurazione a 16 canali) e Monna Lisa Evo Tre 16 attirano la curiosità e l’interesse dei visitatori.

“Grazie all’esperienza e all’affidabilità dimostrata in Italia – dice Paolo Crespi, DTF Sales & Marketing Director EMEAR e Americas Epson Europe – siamo pronti per calarci in mercati emergenti dal punto di vista della stampa digitale, andando verso distretti tessili che si aggiungano a quello di Como. ITMA è una fiera dove incontriamo sia chi è già cliente e magari vuole un upgrade ed anche chi invece ha bisogno di essere accompagnato in un acquisto. La concorrenza è evidente e noi abbiamo scelto l’esclusività, la produttività elevata e la resistenza dei colori per distinguerci dagli altri”.

Altro genere di prodotto e altro padiglione per Dell’Orco e Villani, che a ITMA si è presentata con una partnership con l’altra toscana Technoplants, per una mini filiera che arriva fino al tessuto non tessuto. “Possiamo dire di essere abbastanza soddisfatti della fiera – dice Sara Dell’Orco – perchè abbiamo venduto alcuni macchinari ed abbiamo incontrato anche altri potenziali nuovi clienti. Sulla loro provenienza non c’è un’area che risalta più di un’altra ma abbiamo visto molti indiani, pakistani, turchi, qualcuno più preparato e altri invece più curiosi. Come messaggio abbiamo puntato molto sulla questione del rigenerato, che è il tema del salone e del quale ci hanno chiesto in molti, anche italiani. Questa è una cosa importante perchè noi lavoriamo al 90% con l’estero e un’apertura sull’Italia ci fa piacere”.

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