Laboratorio di abbigliamento

CTN, ripresina a macchia di leopardo

Arrivano i primi netti segnali di ripresa della produzione industriale a Lucca, Pistoia e Prato ma la crescita non è generalizzata per tutti i settori.

Se il primo trimestre ha portato una variazione tendenziale del -2%, la migliore dall’inizio della pandemia (-8% nel 4° trimestre 2020, -9,2% nel 3° e -20,2% nel 2°), non tutte le province possono sorridere. Lucca torna ad avere un dato positivo: +1,9% rispetto al 1° trimestre 2020, Pistoia migliora ma resta negativa (-2,4%) mentre il settore moda continua a frenare Prato (-7,4%).

“Per Confindustria Toscana Norddice il presidente Giulio Grossi – è importante che la ripresa, più o meno spiccata in funzione di settori e territori, sia sostenuta da politiche economiche orientate a un ripensamento strutturale ma che tengano ancora conto della necessità di misure di tutela. Non bisogna abbassare la guardia nei confronti della malattia e continuare a insistere sui vaccini, anche in azienda, e non pensare che l’economia sia ormai avviata verso una ripresa automatica. Molte imprese stanno ancora soffrendo e sono esposte a gravi rischi. E’ importante che il Decreto sostegni bis tenga conto di questo. Anche alla Regione Toscana chiediamo un ulteriore sforzo: le agevolazioni occorrono quanto prima”.

Analizzando le varie realtà anche a Lucca spicca in negativo la moda (-13% rispetto al primo trimestre 2020), con un calzaturiero a -21,4%. A Pistoia il tessile perde il 3%, le calzature il 20,7%, mentre abbigliamento e maglieria sono +1,4%. Prato paga dazio con la produzione del tessile a -8,8% e l’abbigliamento a -22,6%, mentre la metalmeccanica, incentrata soprattutto sul meccanotessile, risale a  -1,7%.

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