Franco Ciampolini

CTN lancia l'allarme rifiuti: "Problema anche per le famiglie"

Confindustria Toscana Nord è pronta a impugnare il piano della Regione Toscana se non ci saranno risposte sul tema dello smaltimento dei rifiuti, che ora arriva anche nelle case delle famiglie di Prato e Pistoia vista la sospensione del ritiro degli ingombranti per un mese da parte di Alia.

“Difficile immaginare che aspetto avranno fra qualche settimana le città interessate dal blocco – scrivono a CTN – forse le persone riusciranno a limitare al minimo la quantità di questi rifiuti e vi sarà ‘soltanto’ il disagio dei cittadini costretti a tenersi in casa mobili o elettrodomestici ormai dismessi; forse, invece, i marciapiedi assomiglieranno sempre più a discariche. Una situazione incresciosa che come imprese di Confindustria Toscana Nord, profondamente legate al territorio, stigmatizziamo. Dal nostro punto di vista, però, in questo momento critico almeno un aspetto positivo c’è: quello di rendere chiaro a tutti il problema che denunciamo ormai da anni e cioè l’incombente emergenza rifiuti che riguarda l’intero territorio regionale”.

L’associazione rivolge l’interesse ai rifiuti speciali, vale a dire ai 10,5 milioni di tonnellate annue di scarti delle imprese manifatturiere toscane, fra cui il tessile, il cui smaltimento è sempre più difficile, lento e costoso a causa della carenza di impianti sul territorio regionale. Le imprese sono oggi costrette a ricorrere a società che portano i rifiuti fuori regione o anche all’estero; un processo complicato e oneroso, che allunga i tempi del servizio e costringe le imprese a stoccare i rifiuti nei propri magazzini e cortili.

Trasportare lontano i rifiuti contraddice il principio di prossimità promosso dall’Unione Europea

“In Toscana – prosegue la nota – sono pochi gli impianti volti al recupero di materia ed energia e allo smaltimento: quelli che Confindustria Toscana Nord chiede da anni e che devono essere necessariamente inseriti nella pianificazione regionale in corso. Oggi i termovalorizzatori esistenti chiudono e non ne vengano realizzati di nuovi, mentre nello stesso tempo si registra l’insufficienza delle discariche, sulle quali la Regione fino ad oggi ha prevalentemente puntato nonostante le indicazioni comunitarie che le individuano come l’ultima delle soluzioni percorribili. Trasportare lontano i rifiuti contraddice il principio di prossimità promosso dall’Unione Europea. La raccolta differenziata, indicata come panacea, è solo un mezzo e non il fine di una corretta gestione dei rifiuti. La Regione è chiamata a intervenire, visto che essa stessa, nella delibera n. 19 del 15 gennaio 2018, evidenzia ‘situazioni di possibile criticità con deficit di capacità di smaltimento per gli impianti di discarica che ricevono rifiuti urbani e rifiuti derivanti dal loro trattamento attorno all’anno 2021-2022′. Confidiamo che nell’incontro che il presidente Rossi si è impegnato a effettuare a breve con noi venga affrontata l’emergenza e ci vengano date garanzie per il medio e lungo termine”.

Ma se il nuovo piano regionale non darà risposte efficaci, l’associazione è pronta a impugnarlo nelle sedi competenti.

Franco Ciampolini“Gli scarti tessili – dice Franco Ciampolini (nella foto), coordinatore del Gruppo Nobilitazione e lavorazioni tessili della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord – sono consistenti per volumi e peso. Parliamo di una gamma ampia di rifiuti che va dalla peluria alle fila, fino alle testate e ad altri scarti di tessuti . Ogni fase di lavorazione ha i suoi e il problema dello smaltimento investe tutti. Crescono i cumuli nelle aziende perché gli operatori hanno difficoltà a trovare dove conferirli. I prezzi, poi, aumentano sempre, in un momento in cui anche altre voci di costo stanno crescendo. Servono nuovi impianti nel territorio regionale: non ci sono alternative”.

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