Confindustria Toscana Nord si schiera apertamente contro l’aumento dei canoni regionali per l’uso di acqua pubblica deciso con una delibera del primo agosto scorso.
Il provvedimento comporta un consistente impatto economico sulle aziende, che si troveranno a corrispondere un canone aumentato da 2 a 10 volte rispetto a quanto versato fino ad oggi. La delibera stabilisce anche che, a differenza di quanto viene previsto per altre tipologie di utilizzo, l’uso di acque per la produzione di beni e servizi, è considerato, senza distinzioni, ad alta entità di prelievo e non si tiene conto, ad esempio, delle iniziative quali i vari accordi di programma sottoscritti dalle imprese con la stessa Regione ai fini di un utilizzo più razionale delle acque.
“Laddove vengono previste riduzioni a seguito dell’applicazione di misure di risparmio idrico – si legge in una nota – per stessa ammissione della Regione, a causa della incompletezza dei dati utili al ricalcolo dei canoni, tali riduzioni, che in teoria potrebbero arrivare all’80%, sono fissate in un’unica aliquota pari al 25%, e non verranno imputate nel 2016 ma insieme al canone 2017. Inoltre l’uso di acque per la produzione di energia idroelettrica, fino a oggi ritenuta una valida fonte di energia alternativa ed oggetto di grossi investimenti da parte di molti imprenditori, nel decreto regionale viene indicato come “ad altissimo impatto ambientale” ed il relativo canone viene, pertanto, aumentato di oltre il 200%. Questi aumenti indifferenziati, che si sommano a ulteriori aggravi tributari, che la stessa regione ha deliberato (si veda l’incremento del contributo di conferimento dei rifiuti in discarica effettuato in mancanza di impianti per soluzioni alternative), minano fortemente lo sviluppo delle nostre imprese. Auspichiamo quindi che i contatti avviati portino ad una rivalutazione del provvedimento”.