Marco Bonometti

Crisi politica, Confindustria Lombardia lancia l'sos

L’impasse istituzionale che si è creata negli ultimi mesi e che si è concretizzata nel suo momento più difficile con la rinuncia di Conte a creare il nuovo governo allarma, e non poteva essere altrimenti, anche Confindustria Lombardia.

“L’Italia sta attraversando una delle sue crisi politiche più gravi – dice il presidente Marco Bonometti in una lunga nota – Confindustria Lombardia esprime preoccupazione per gli sviluppi politici degli ultimi giorni e per l’accentuarsi di uno scontro istituzionale senza precedenti. Non appare credibile che per un nome salti tutto il lavoro faticosamente compiuto, tra mille mediazioni dopo aver ripetutamente affermato che era importante il contratto, non i nomi. Questo è incomprensibile a meno che il fine non fosse far saltare tutto per arrivare a nuove elezioni, per un calcolo elettorale, con totale disprezzo degli interessi dell’Italia e degli italiani, che hanno innanzitutto bisogno di stabilità.

Il commento degli industriali lombardi non vuole e non può essere politico. Al contrario, è il giudizio di una organizzazione che riconosce il ruolo primario della politica come fattore di coesione sociale e condizione imprescindibile dello sviluppo economico. Dopo 84 giorni di lavoro per venire a capo della complicata situazione è saltato tutto, ed appare difficile spiegare agli elettori – ma soprattutto agli italiani che hanno a cuore i destini dell’Italia – il perché. Questo preoccupa ancor di più, il rischio è di aggravare la situazione italiana.

Serve un’economia forte e una politica forte, serve avere chiaro che abbiamo bisogno di un governo che rispetti e si faccia rispettare, anche per ridiscutere quello che in Europa non funziona: l’Europa va cambiata, ma dal di dentro. Solo attraverso una vera Unione Europea possiamo garantire lavoro e benessere alle nostre popolazioni. Siamo alla vigilia di impegni internazionali cruciali: appuntamenti nei quali, l’assenza della settima economia del mondo e del secondo Paese manifatturiero d’Europa, rischia di avere ripercussioni, oltre che sulla nostra credibilità, sugli scenari economici e geopolitici futuri a tutto vantaggio dei nostri competitors così come dei nostri partner.

L’invito, forte e profondamente sentito che l’industria lombarda rivolge alla politica, a tutta la politica, è ad abbassare i toni, per recuperare il senso dello Stato. La distruzione del senso dello Stato ne pregiudica il futuro, distrugge le imprese, azzoppa le prospettive per i giovani, che hanno bisogno di crescita, non di macerie. Il recupero del senso dello Stato deve costituire l’obiettivo primario della politica, di tutti i protagonisti sullo scacchiere”.

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