Industria tessile

Contratto dei tessili, ecco le prime reazioni positive

Dopo l’annuncio del rinnovo del contratto nazionale per il settore tessile dai distretti a vocazione laniera arrivano i primi commenti improntati alla positività, anche se con qualche dubbio legato al contrasto tra momento economico difficile e maggiori esborsi per le aziende.

Il vice presidente dell’Unione Industriale Biellese Giancarlo Ormezzano, che la delega a Relazioni Industriali e Welfare, ha parlato di “un rinnovo impegnativo, sia dal lato economico che dal lato normativo, che giunge mentre il settore tessile sta attraversando una congiuntura negativa e complessa: un risultato, dunque, ancora più significativo. A prevalere è stato l’obiettivo comune delle parti di restituire potere d’acquisto ai lavoratori, accanto al potenziamento del welfare, di attività di conciliazione vita-lavoro, di sviluppo e aggiornamento delle competenze. Si avvia quindi un processo che inizia oggi verso la revisione e attuazione di modifiche normative che vadano a beneficio delle persone che lavorano in azienda, da un lato, e rafforzino la competitività delle nostre imprese, dall’altro”.

Per il distretto di Prato si è invece espresso Maurizio Sarti, componente della delegazione ristretta della Commissione per le relazioni industriali di Sistema Moda Italia e coordinatore del gruppo Produttori di tessuti della sezione Sistema moda di Confindustria Toscana Nord: “Incrementare le retribuzioni, introdurre nuovi strumenti di welfare, accogliere elementi di flessibilità per favorire la conciliazione vita-lavoro – ha detto – sono i questi capisaldi del nuovo contratto e rappresentano per le imprese oneri significativi in un momento in cui sono moltissime le richieste di cassa integrazione. Che il settore moda stia vivendo un momento difficile è un dato assodato: la crisi c’è ed è diversa da quelle che Prato ha attraversato numerosissime volte nella sua storia, una crisi di mercato che come sezione stiamo studiando e analizzando con l’aiuto di esperti”.

Qualche perplessità riguarda la tempistica: “Aver concentrato su dicembre 2024 la prima e più sostanziosa tranche degli aumenti, associata ai primi 200 euro di welfare, significa, come stima molto approssimativa, che dalle aziende uscirà una somma complessiva fra i 5 e i 6 milioni di euro. In questo quadro di difficoltà, un esborso estremamente impegnativo”.

“Ma nonostante questo – conclude Sarti – la soddisfazione per la sottoscrizione di questo contratto è autentica e sentita. E’ un equilibrato compromesso fra le posizioni del sindacato e della parte industriale ma soprattutto, considerato dal punto di vista confindustriale, è un atto di fiducia e un investimento nel futuro. Il contratto contiene elementi coerenti con una visione moderna e innovativa delle relazioni industriali. Fra queste, il riconoscimento della pari dignità, e quindi il trattamento normativo omogeneo, di tutte le professioni, dagli operai agli intermedi e agli impiegati: una attestazione dell’importanza determinante che ciascuna di queste funzioni ha per l’azienda. Voglio ricordare l’agevolazione della trasformazione temporanea del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale per i genitori con figli fino a 3 anni di età e il potenziamento della banca ore straordinarie. Quindi non solo incrementi retributivi e importi per il welfare, ma anche le esigenze delle persone poste al centro del rapporto di lavoro. Un modo, questo, anche per attrarre verso il nostro settore persone giovani e preparate, che desiderino sentirsi riconosciute in tutti gli aspetti della propria vita. Le risorse umane sono il patrimonio più importante per le aziende”.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini