Con 123 voti sui 183 espressi, oltre il 67%, contro i circa 60 conquistati da Licia Mattioli, il presidente dell’Assolombarda Carlo Bonomi è il nuovo presidente designato di Confindustria. Potrebbe trattarsi dell’uomo giusto al momento giusto, per sostenere con forza la posizione degli industriali, sicuramente invece un interlocutore scomodo per la politica dato che Bonomi, con la politica, non è mai stato tenero. Del resto le sue prime parole da presidente lo confermano: “Non è il momento di gioire – ha commentato a caldo l’imprenditore milanese – dobbiamo metterci immediatamente in condizioni operative per affrontare la sfida tremenda che è di fronte a noi. La politica mi sembra molto smarrita in questo momento e non ha idea della strada che deve percorrere questo Paese. La proliferazione di comitati per la gestione dell’emergenza, per esempio, al di là dell’aspetto positivo di relazionarsi con gli esperti, dà il senso che la politica non sa dove andare: aprirne uno a settimana senza chiare attribuzioni non può essere uno scudo dietro cui nascondersi per rinviare decisioni che devono essere chiare, e con tempi rapidissimi. Senza calendari diversi da Regione a Regione“.
Una scossa forte, dunque, che non è stata isolata nell’immediato dopo elezioni. Il presidente designato ha infatti puntato il dito non solo contro i politici, ma anche contro alcune affermazioni dei sindacati (“La politica ci ha esposto a un pregiudizio fortemente anti-industriale che sta tornando in maniera importante in questo Paese. Non pensavo di sentire più l’ingiuria che le imprese sono indifferenti alla vita dei propri collaboratori. Sentire certe affermazioni da parte del sindacato mi ha colpito profondamente. Credo che dobbiamo rispondere con assoluta fermezza”). Infine ha sostenuto “che la strada di far indebitare le imprese non è quella giusta, con tempi di modalità di accesso al credito che non sono nemmeno immediati. Così come non si può andare avanti a usare anacronistici codici Ateco che non rappresentano la manifattura di oggi e quella del futuro”. Al contrario gli obiettivi che Bonomi ritiene essenziali sono due: “riprendere le produzioni, perché solo quelle danno reddito e lavoro e non certo lo Stato, ed evitare una seconda ondata di contagio che ci porterebbe a nuove misure di chiusura che sarebbero devastanti”.
Per completare l’iter di nomina di Bonomi ci sono ancora due passaggi: il 30 il voto sulla nuova squadra dei vicepresidenti e sul programma ed il 20 maggio l’assemblea privata. I colleghi di molte parti d’Italia hanno manifestato soddisfazione per l’elezione di Bonomi, tra questi il presidente degli industriali lombardi, laziali, emiliani. Congratulazioni anche da parte del corregionale Roberto Grassi, presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese: “È la persona giusta per affrontare le sfide che ci aspettano. Lo è sia per le importanti caratteristiche personali – ha commentato Grassi – sia per le linee programmatiche avanzate con l’obiettivo di innovare l’azione al fianco delle imprese, sia per gli ottimi risultati ottenuti alla guida di una delle realtà più importanti del nostro Sistema, qual è Assolombarda. Le sfide che imprese e sistema Confindustria avevano di fronte ancor prima dell’emergenza sanitaria richiamavano già tutti ad uno sforzo straordinario di adeguamento ai nuovi scenari e contesti nazionali e internazionali. Ciò è tanto più vero oggi”.