Penultima analisi congiunturale dell’Osservatorio per le industrie di Como, Lecco e Sondrio, che dopo novembre vedono più nubi che raggi di sole.
Domanda e fatturato mostrano contrazioni rispetto a ottobre, sia sul fronte nazionale, sia per quanto riguarda l’export. Rallentamento di ordini sul mercato domestico per il 52,2% delle imprese, in aumento per il 17,8%. La domanda estera decelera per il 48,2% del campione e aumenta per il 19,3.
La produzione ha andamenti in linea con le dinamiche della domanda. Il tasso di impiego degli impianti è basso per le aziende tessili (54%). Divisi equamente gli imprenditori che vedono nel prossimo futuro stabilità dei dati (46,2%) e ribasso (44,9%).
Per quasi la metà delle aziende esistono insolvenza o di significativi ritardi nei pagamenti da parte dei clienti ed un altro fattore negativo sono le quotazioni delle materie prime, in crescita per oltre un’azienda su cinque (21,2% nel caso delle tessili).
Una realtà comasca su due (53,3%) ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali (il 76,5% nel caso delle tessili).
“Anche a novembre – dice il presidente di Confindustria Como Aram Manoukian – gli effetti della pandemia si sono manifestati in misura marcata su gran parte dei settori economici. In particolare nel tessile – abbigliamento e nel turismo. Non possiamo nascondere una forte preoccupazione anche per i prossimi mesi se tutti insieme non osserveremo le prescrizioni che devono scongiurare una terza ondata. Auspichiamo anche che avvenga al più presto una capillare diffusione del vaccino. Occorre che nell’agenda del Governo compaiano con date certe le riforme indispensabili per rilanciare il Paese. Vanno stimolati gli investimenti anche con un forte supporto alla digitalizzazione del sistema produttivo, occorrono profonde riforme degli ammortizzatori sociali e la diminuzione di cuneo fiscale e costo dell’energia”.