Un calo speculare a quello dell’export per il fatturato delle aziende tessili di Como nel 2016: questo il dato emerso al 25′ Osservatorio Distretto Tessile, abituale appuntamento per fare un quadro della situazione della filiera lariana.
Al Centro Tessile Serico SpA consortile Andrea Taborelli, presidente del Gruppo Filiera Tessile di Unindustria Como, Paolo Canonico, presidente della Piattaforma Tecnologica Tessile Europea, Ilaria Sangalli e Stefania Trenti, economiste della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, Guido Tettamanti, segretario del Gruppo Filiera Tessile di Unindustria Como, e Francesca Gelmini, Opportunity manager di Como NExT hanno presentato i dati, non del tutto confortanti ma neppure sorprendenti.
L’analisi su un campione di 156 imprese, per un fatturato complessivo di 1,8 miliardi di euro realizzata dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, ha messo in luce un lieve calo di fatturato nel 2016 (-1,9%), che ricalca la contrazione dell’export evidenziata all’Osservatorio di giugno. La riduzione delle vendite ha interessato tutte le classi dimensionali e sono in calo anche margini e redditività. Confermata anche l’elevata dispersione delle performance, con situazioni aziendali diversificate: alcuni hanno difficoltà ed altri ottengono risultati eccellenti.
Anche il 2017, secondo l’Osservatorio, si chiuderà con una diminuzione del fatturato: nel corso del primo semestre c’è stata una flessione del 3,8%, con un andamento leggermente più negativo per i volumi, ed anche il terzo trimestre non ha palesato alcuna inversione di tendenza. In difficoltà, come da tempo, il tessuto per cravatteria (-8,6%), ma anche l’accessorio tessile ha perso terreno (-3,3%).
Le imprese del tessile-abbigliamento risentono della debolezza dei consumi interni di vestiario e faticano ad agganciare le opportunità di crescita che si sono create sui mercati internazionali. Nei primi nove mesi del 2017, l’export italiano di tessile-abbigliamento è cresciuto del 2,9% (+1% per i prodotti tessili e +3,8% per l’abbigliamento), ritmo decisamente inferiore al +7,3% evidenziato dal totale delle esportazioni italiane. Como poi risente anche dell’aumento del prezzo della seta in Cina (+30%).
La seta costa sempre di più ed i nostri clienti ci chiedono di accentuare il ricorso a fibre alternative
“È una situazione molto particolare – ha commentato Andrea Taborelli – perché contrappone la domanda cinese, che è vivace, ad una domanda internazionale assai meno dinamica per i tessuti in seta. La quotazione del filo, pertanto, sta avendo dei balzi, nel momento in cui il nostro mercato non è pronto a riceverli. La seta, benché in Europa non manchi, costa sempre di più ed i nostri clienti ci chiedono di accentuare il ricorso a fibre alternative, come ad esempio la viscosa, per stare nei prezzi”.
La parte monotematica dell’Osservatorio ha affrontato il tema dell’innovazione in un contesto nazionale favorevole agli investimenti, grazie alla presenza di un articolato insieme di incentivi fiscali e condizioni favorevoli sul piano finanziario. Canonico ha presentato l’”agenda strategica” dell’Unione Europea per lo sviluppo tecnologico dell’industria Tessile Abbigliamento nel vecchio Continente. Infine Francesca Gelmini ha presentato alle ditte tessili comasche il progetto RAMP UP, gestito da ComoNExT per mettere a disposizione delle aziende del territorio le ampie competenze presso la realtà di Lomazzo.