Aprirà domenica al Museo del Tessuto di Prato la mostra che ripercorre lo sviluppo dello stile e del gusto nella cultura artistica del Settecento: “Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento europeo“.
L’esposizione è organizzata dalla Fondazione Museo del Tessuto di Prato e si avvale della collaborazione del Museo della Moda e del Costume delle Gallerie degli Uffizi, del Museo Stibbert di Firenze e del Museo Studio del Tessuto della Fondazione Antonio Ratti di Como.
Proprio di questa collaborazione si è detto molto soddisfatto il presidente della Fondazione Museo del tessuto Francesco Marini, che non ha mancato di ringraziare il personale del Museo che ha lavorato per l’allestimento di questa mostra.
Gli ha fatto eco il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Questa collaborazione mi fa venire in mente quella tra Tate Britain e Tate Modern – ha dichiarato – un’esperienza assolutamente positiva e già sperimentata in grandi città del mondo. E’ importante che ci siano questi fili che legano Prato, Firenze e il mondo intero”.
Non è mancato un messaggio di Andrea Cavicchi, presidente del Centro per la moda di Firenze, assente per impegni nel Cda. “Ritengo questa un’occasione importantissima per valorizzare la moda, l’eleganza e anche la memoria storica delle nostre aziende. L’Italia esprime tante competenze e tante eccellenze in un territorio abbastanza piccolo: la via della collaborazione è quella da percorrere per esaltare queste caratteristiche e il centro per la Moda sostiene questo network che a sua volta sostiene l’industria”.
L’allestimento richiama i fasti delle corti europee: scene allegoriche tratte dagli affreschi del Tiepolo vengono proiettate sulle volte a crociera della sala evocando in questo modo i grandi soffitti affrescati del tempo; grandi superfici specchianti disposte alle pareti della sala creano un particolare gioco di effetti che ampliano l’ambiente espositivo esaltando gli oggetti presenti in mostra.
La prima parte della mostra è dedicata al tema dell’esotismo con porcellane di manifattura cinese dal Museo Stibbert, tessuti con motivi decorativi di ispirazione orientale e volumi di fine Seicento proprio sulle ambascerie delle Compagnie delle Indie in Cina e Giappone della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. Per i tessuti un francese ridondante, rococò e gli operati in seta e preziosi filati metallici di manifattura francese provenienti dalle collezioni del Museo del Tessuto e della Fondazione Antonio Ratti di Como (come l’esempio in foto).
La parte centrale della mostra è invece dedicata alla riscoperta dell’ornato dell’arte classica, con “Le antichità romane” di Giovan Battista Piranesi, presente con un raro volume del 1756, i cui disegni sono tra i protagonisti della riaffermazione del gusto classico. E poi bottoni cammeo della manifattura inglese Wedgwood e il gilet maschile degli anni settanta del Settecento di proprietà del Museo Stibbert. A proposito della collaborazione con il Museo Stibbert, il Soprintendente del Museo Stibbert Enrico Colle ha ringraziato il Museo del Tessuto per avere valorizzato l’attività di collezionista di Stibbert.
Tra gli oggetti che arricchiscono la mostra anche i dipinti provenienti dal Museo di Palazzo Pretorio di Prato e da alcune gallerie antiquarie fiorentine.