Dopo la firma del ministro Calenda sul decreto sulla riorganizzazione territoriale delle Camere di Commercio, in sostituzione di quello dell’8 agosto 2017 messo in discussione a seguito della sentenza della Corte costituzionale del 13 dicembre, è ripreso il processo di accorpamento tra Biella e Vercelli.
La Consulta, come spiega Gianpiero Masera, segretario generale della Camera di Commercio di Biella e Vercelli, a seguito del ricorso di alcune regioni, aveva dichiarato illegittima la legge istitutiva del riordino nella parte in cui stabiliva che il decreto ministeriale doveva essere adottato “sentita la conferenza permanente Stato-Regioni”, anzichè previa intesa con la conferenza stessa. A dicembre scorso era perciò iniziato l’iter per una nuova formulazione del decreto, poi esaminato in Conferenza a gennaio. Anche in quella sede non è stata raggiunta alcuna intesa tra Stato ed enti regionali, ma a quel punto è valso il criterio per cui quando un’intesa espressamente prevista dalla legge non è raggiunta entro trenta giorni dalla prima seduta della Conferenza Stato-Regioni in cui l’oggetto è posto all’ordine del giorno, il Consiglio dei ministri provvede con deliberazione motivata”.
Riprende quindi il cammino di accorpamento fra la Camera di Commercio di Biella e Vercelli e le omologhe entità che fanno capo a Novara e al Verbano Cusio Ossola. Entro domani sarà avviata la procedura per la costituzione del consiglio del nuovo ente camerale, che prevedibilmente si riunirà per la prima volta il prossimo autunno.
In Piemonte ci sarà anche l’accorpamento tra le Camere di Commercio di Alessandria e Asti, riducendo quindi le attuali sette Camere a quattro; in tutta Italia diventeranno 60. Quella dei territori biellese, vercellese, novarese e verbano sarà la seconda per numero di imprese a livello regionale, con le sue quasi 97mila attività iscritte al Registro Imprese, seconda solo all’ente camerale di Torino.