Festa grande domani al Museo del Tessuto per la Beste, l’azienda pratese che celebra i primi 25 anni di attività con tutti i dipendenti, mentre giovedì 28 organizzerà una cena di beneficenza alla Mensa dei poveri con gli imprenditori.
L’azienda di Colle di Cantagallo, nata dall’impegno di Giovanni e Matteo Santi, è diventata presto un history case per innovazione, conoscenza, creatività, a partire dall’architettura della sede in acciaio, legno e vetro.
“Raggiungere 25 anni di attività con 135 collaboratori e dipendenti – commenta Giovanni Santi, titolare dell’azienda – è un traguardo importante e abbiamo pensato che dovevamo festeggiarlo: i nostri dipendenti sono la chiave del nostro successo e per questo abbiamo voluto organizzare una festa in famiglia. Molti di loro infatti sono con noi da anni, alcuni dall’inizio di questa avventura e ci è sembrato normale coinvolgerli. Anche perché nuovi traguardi ci aspettano. Abbiamo sempre guardato avanti, cercando di intercettare le nuove tendenze, e continueremo a farlo con impegno”.
Il 28 settembre, per la cena di beneficenza, sarà coinvolto lo chef pratese Angiolo Barni che preparerà i piatti serviti alla Mensa dei poveri “Giorgio La Pira” di Prato: “Sono stati invitati a partecipare i nostri colleghi imprenditori nonché le più importanti autorità della città”, aggiunge Santi.
Nata nel 1992, la Beste , dopo aver acquisito lo stabilimento di Usella nel 2001 ha preso la decisione strategica di creare un’azienda a ciclo completo, che curasse anche tintoria e finissaggio in un distretto che si basava sulla subfornitura. Nel 2005 è arrivato un altro passaggio decisivo: la divisione abbigliamento e così la Beste si è presentata sul mercato offrendo un servizio completo che va dal tessuto al capo finito, con tanto di marchio proprio, Monobi, rivolto al pubblico maschile.
Oggi la Beste ha anche una sede in Giappone, la Beste Japan ed è socia della joint venture H&B in Cina, a Anqing, con il colosso cinese Huamao: anche i partner stranieri arriveranno in città per i festeggiamenti. “Molte imprese che operano nel distretto e che sono molto più longeve della Beste – aggiunge Giovanni Santi – sono il frutto di percorsi familiari iniziati tanti anni fa. Io non ho ereditato l’azienda dalla mia famiglia, ma in questa azienda io ho coinvolto molti di loro. Credo che questo sia un valore aggiunto, che poi ha un influenza positiva anche nelle relazioni dell’azienda. Quello della Beste è un progetto collettivo, in cui c’è l’impegno di tanti. Queste 25 candeline le dovrò spegnere con tante persone”.