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Bergamo, dai sindacati un quadro preoccupante

Previsto un calo tra il 50 e l’80%

E’ la Cisl di Bergamo uno dei primi termometri della crisi causata dal coronavirus nell’area più contagiata e colpita d’Italia. Il sindacato ha fatto il punto sulla situazione delle aziende tessili ed i numeri sono improntati al pessimismo e non poteva essere altrimenti se si pensa a quanto duro sia stato l’impatto del Covid-19 sulla città e sulle valli circostanti.

Il calo previsto del fatturato è tra il 50 e l’80 per cento, anche se i nomi di maggiore importanza hanno lavorato quasi tutti, sia pure in condizioni estreme. La Cisl bergamasca spiega che sul territorio si trovano oltre 1300 aziende e quasi 30 mila addetti, tutte realtà che negli ultimi anni avevano già dovuto subire la concorrenza estera, orientale in particolare.

Tanta cassa integrazione, pochi ordini e qualche riconversione verso la produzione di mascherine i dati principali in arrivo dal territorio e che riguardano abbigliamento, arredamento e automotive. La Val Seriana è la zona più colpita, dal punto di vista sanitario ed economico.

A preoccupare, nel settore moda, è la liquidità: Femca Cisl, il sindacato di riferimento del settore, chiede alle banche responsabilità e collaborazione.

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