Troppe aziende del settore tessile industriale pratese e fiorentino non hanno ancora provveduto a fare l’obbligatoria iscrizione dei propri dipendenti al Fondo Sanimoda, il fondo di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori dell’industria della moda. La denuncia viene da Mirko Zacchei, segretario della Femca Cisl di Firenze e Prato: “L’ultimo contratto nazionale tessile abbigliamento – spiega Zacchei – ha stabilito che il lavoratore ha diritto, per contratto nazionale, ad un’assistenza sanitaria e che le imprese devono contribuire con 12 euro mensili al fondo sanitario di settore, Sanimoda. L’iscrizione dei lavoratori è obbligatoria e a carico dell’azienda e non un’opzione affidata al buon cuore del ‘padrone’. Sanimoda – continua il segretario Femca – è stata costituita in tempi record, a dispetto di tutti coloro che oggi criticano l’inefficienza delle parti sociali, rispettando le scadenze del contratto nazionale e consentendo già dal 1 Aprile 2018 di poter chiedere i rimborsi delle spese sanitarie sulla base di un sostanzioso piano sanitario, che copre non solo il lavoratore ma anche il coniuge/convivente fiscalmente a carico.”
Le associazioni sindacali sono già da mesi impegnate in assemblee nelle aziende per spiegare come funziona questo fondo che ovviamente ha riscontrato un alto grado di soddisfazione tra i lavoratori per il livello di prestazioni rimborsate, per il servizio offerto e i tempi veloci di recupero delle spese. “Non versare i 12 euro al mese previsti dal contratto è un mancato adempimento grave al pari degli altri istituti contrattuali previsti – conclude Zacchei – e crea una disparità tra i lavoratori che stiamo valutando anche con i nostri legali”.