E’ iniziato ufficialmente ieri il progetto di crowdfunding avviato dal Museo del Tessuto di Prato per reperire fondi destinati al restauro dei costumi della prima assoluta della Turandot di Puccini.
Per 40 giorni il progetto resterà online ed il ricavato andrà a supportare il complesso restauro dei costumi appartenuti alla soprano pratese Iva Pacetti ed entrati recentemente nel patrimonio del Museo dopo decenni di oblio. L’obiettivo è raggiungere almeno 12.000 euro, ai quali si aggiungerà il contributo della Regione Toscana per altri 15.000: lo sguardo è rivolto verso cittadini, imprese, enti e associazioni della città, ma anche verso gli appassionati di costume, musica, opera lirica e moda di tutto il mondo. “Il Costume Ritrovato” – questo il nome della raccolta fondi reperibile sul portale Eppela, prevede per i sostenitori una serie di ricompense che spaziano dai biglietti per il museo e le mostre del Museo del Tessuto e del Puccini Museum di Lucca, ai cataloghi, dai foulard alle sciarpe a tiratura limitata, dagli inviti per inaugurazioni e aperitivi esclusivi alla possibilità – per aziende, enti e associazioni – di utilizzare la sala eventi del Museo.
“Entrando a far parte del patrimonio del Museo, i costumi della prima assoluta della Turandot sono diventati patrimonio di tutti. Aderendo a questa raccolta fondi, ciascuno può dare il suo contributo, piccolo o grande, trasformando il delicato percorso di recupero di questi straordinari abiti in un progetto collettivo che punta a riportare alla luce un prezioso pezzo di storia del costume e della lirica italiana” – spiega il presidente della Fondazione Francesco Marini.
“La nostra comunità ha dato prova di grande sensibilità verso i progetti di crowdfunding e sono pertanto fiducioso che i pratesi contribuiranno generosamente al restauro di questi costumi, riportandoli al loro originario splendore” aggiunge Simone Mangani, assessore alla Cultura del Comune di Prato.
All’incredibile ritrovamento, al progetto di restauro ed alle vicende ancora irrisolte su cui il Museo sta tuttora indagando – come ad esempio quella relativa alla messa in scena dell’opera nella quale la soprano Iva Pacetti possa aver indossato i sontuosi costumi – sarà dedicata la serata-evento dell’11 novembre alle ore 21 presso il Museo. Verranno mostrati in anteprima assoluta i costumi prima del restauro e raccontate le vicende del ritrovamento; l’iniziativa prevede anche un contributo della Fondazione Puccini di Lucca su Puccini e la Turandot, una serie di intermezzi di musica e canto curati dall’Associazione Perché Verdi Viva dedicati al repertorio di Iva Pacetti e l’intervento dell’Associazione Ex Allievi dell’Istituto Buzzi che dall’inizio ha abbracciato e supportato questo ambizioso progetto.
Lo stato di conservazione degli abiti ritrovati è pessimo. Il tempo, i materiali fragili, l’utilizzo frequente da parte delle attrici nel corso delle stagioni teatrali e la conservazione non adeguata hanno danneggiato gravemente questi preziosi reperti. Il progetto lanciato sulla rete andrà a supportare il restauro del secondo abito, che richiede mesi di lavoro di personale altamente specializzato. Infatti, l’abito – realizzato in tessuto operato e interamente broccato con filato metallico dorato – presenta numerosi fori e lacerazioni, macchie e aloni di sporco e il filato dorato metallico è scucito in più punti. Una volta restaurati, i costumi tornati al loro originario splendore saranno al centro di una nuova, grande mostra sulla Turandot di Puccini che la Fondazione Museo del Tessuto ha in programma per la primavera del 2020.