L’estate ha regalato all’industria varesina un rimbalzo tecnico della produzione, per una ripresa che però rischia di essere effimera.
Dopo due trimestri segnati da risultati fortemente negativi, il terzo trimestre ha alzato le percentuali dell’ultima indagine congiunturale dell’Ufficio Studi dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, grazie anche alla ripresa delle attività dopo il lockdown.
Il Centro Studi Confindustria ha stimato un calo del PIL italiano del -10% nel 2020, che porta i livelli indietro a quelli di 23 anni fa, e prevede un recupero parziale del +4,8% nel 2021.
Alla voce “produzione” la crescita è stata del 19,6%, per un rimbalzo congiunturale che riguarda diverse filiere, come la moda, che nei mesi precedenti avevano registrato un fermo. Nel terzo trimestre infatti il settore ha recuperato, pur rimanendo inferiore alla media dell’industria provinciale: il grado di utilizzo degli impianti è stato pari a 62,9% nel settore, contro la media provinciale del 71,4%. La dinamica degli ordini resta negativa e non supporta la crescita; le previsioni per l’ultimo trimestre, pur essendo orientata alla stabilità la maggior parte delle imprese intervistate, hanno un saldo negativo (-8,5%).
L’Inps ha rilevato che nel settore moda sono state autorizzate complessivamente 1.649.484 ore di cassa integrazione guadagni (+1.142% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno).