Swimwear bene, ma non in Italia

Nel paese con la maggiore estensione di coste marine… il mercato del costume da bagno segna un calo, in controtendenza rispetto a quasi tutti i mercati mondiali. Il 2011 infatti ha fatto registrare in Italia per il swimwear un calo del 3% in valore e del 4% in termini di unità vendute. Questi dati non incoraggianti sono stati presentati in occasione della presentazione di Mode City, il salone internazionale dello swimwear e della lingerie estiva, organizzato dal francese Eurovet, che si terrà a Parigi dal 7 al 9 luglio.
Il salone pubblica per la prima volta uno studio di mercato sul segmento del costume da bagno, che è stato affidato all’istituto NDP. A livello mondiale, le vendite di costumi da bagno, in uscite di cassa, rappresentano 7,8 miliardi di euro, secondo l’ultima stima disponibile di fatturati (2010). I risultati per il 2011 verranno resi noti durante il salone in luglio. La crescita prevista per il 2011 dovrebbe essere positiva in linea con il tasso di crescita annuale del 2%, che caratterizza questo segmento dal 2006.
“Abbiamo una tendenza generale positiva. Contrariamente ad altri segmenti del tessile, dove si sono registrati dei forti cali in questi anni, sul segmento del costume da bagno c’è una crescita progressiva”, sottolinea Séverine Marchesi, commissario generale di Mode City.
Per quanto riguarda i mercati, le vendite di beach wear sono trainate principalmente dagli Stati Uniti, che rappresenta il 36% del mercato mondiale e dall’Europa con una quota del 34%. L’Asia pesa solo il 18% e progredisce meno rapidamente del previsto, mentre il Brasile è entrato per la prima volta nel 2010 a fare parte dei dieci principali paesi consumatori di costumi da bagno con una crescita del 18%. Guardando all’Europa, il 70% dei consumi è concentrato in cinque paesi: la Francia, che è il secondo mercato dopo gli Stati Uniti con un fatturato di 432 milioni di euro stimato per il 2011, l’Italia (417 milioni di euro di fatturato), la Spagna (410), la Germania (336) e l’Inghilterra (259).
Lo studio si sofferma anche sulle tipologie di swimwear preferite: il bikini rappresenta 70% delle vendite, il costume intero il 30%. Il prezzo medio è di 21,50 euro. Una cifra dovuta alla grande competitività delle catene che hanno fortemente abbassato il loro prezzi.
Ma guardando ai maggiori consumatori europei, la donna italiana è con la tedesca la più disponibile a spendere maggiormente (38 euro per il costume intero, 32 euro per un due pezzi). Ma paradossalmente acquista anche molto durante le promozioni, visto che in Italia i prezzi nominali sono più elevati che altrove.
“In Italia, la donna è molto sensibile alla moda per l’acquisto di un costume da spiaggia e il mercato è molto orientato sul fashion, con pezzi colorati e alto di gamma. In Germania, c’è più attenzione all’aspetto tecnico e funzionale”, indica Séverine Marchesi. In Italia, Spagna e Francia, il 90% delle vendite si svolge tra aprile e settembre.

16/4/2012

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