Credito: a Prato è allarme, ma non per la Banca centrale

Lo Sportello Credito dell’Unione Industriale Pratese in questi giorni ha visto intensificarsi le richieste di intervento e questo ha spinto il vicepresidente dell’Unione degli Industriali di Prato, Vincenzo Cangioli, a far sentire la sua voce in merito.
“La situazione è peggiorata nelle ultimissime settimane, se non addirittura giorni, tanto che non abbiamo avuto il tempo materiale di effettuare una rilevazione strutturata e statisticamente attendibile del fenomeno – ha commentato Cangioli – E’ certo comunque che se c’era allarme prima, oggi ce n’è di più e bisogna cominciare davvero a temere effetti devastanti. Ad essere in difficoltà sono in primo luogo le imprese che al credito fanno ricorso in maniera continuativa e sistematica, spesso avendo le carte in regola per farlo; ma ormai il problema investe perfino aziende di eccellenza, che sono ben patrimonializzate e ‘liquide’ ma che hanno clienti impossibilitati a pagarli perché a corto di risorse finanziarie e ignorati dal sistema creditizio. Questo è un aspetto molto delicato e importante della questione, che contraddice anche i sostenitori ad oltranza di un approccio ‘darwinista’ che accetta o addirittura auspica restrizioni per imprese in grave difficoltà e punta a salvaguardare quelle virtuose. Attenzione perché questo principio, anche se per molti aspetti condivisibile, funziona solo se comunque un po’ di circolazione di denaro c’è: se, come in questo momento, si sfiora la paralisi si finisce per fare terra bruciata di tutto e tutti, deboli e forti.”
I problemi del credito sono stati oggetto di contatti recenti dell’Unione Industriale Pratese, oltre che con Confidi Imprese Toscane, anche con Fiditoscana. Parte dei problemi potrebbero in effetti essere affrontati positivamente attraverso interventi della Regione Toscana volti a facilitare l’accesso delle imprese alle garanzie di Fiditoscana attraverso il rilancio del “Protocollo Emergenza Economia”. Un sollievo potrebbe venire ad esempio dal ripristino della misura per il reintegro della liquidità indipendentemente dall’invarianza o meno dell’entità della forza lavoro: oggi, fatta eccezione per l’edilizia e per pochi altri settori, per fruirne è necessario non avere avuto alcuna riduzione di personale, una condizione purtroppo poco diffusa.
Talvolta però questo impegno non basta: “E’ accaduto che le garanzie di Fiditoscana e di Confidi abbiano coperto fino all’80% della somma richiesta, lasciando quindi come quota di rischio per le banche il residuo 20%: eppure anche in queste condizioni – conclude Cangioli –non sempre le banche concedono il fido, bloccando con il loro ‘no’ l’intera operazione”.
Eppure dall’indagine trimestrale sul credito bancario realizzata a livello di Eurosistema vengono fuori notizie diverse e più rassicuranti: questa indagine è condotta quattro volte l'anno su un campione di 110 banche per l'intera Eurolandia e per l'Italia vi partecipano otto gruppi bancari che rappresentano oltre due terzi del mercato dei prestiti, mentre i questionari sottoposti ai dirigenti bancari responsabili dell'area credito sono raccolti ed analizzati dalla Banca d'Italia.
Le valutazioni delle aziende di credito fornite in aprile rimarcano che nel primo trimestre del 2012 si è registrata una marcata diminuzione del grado di restrizione dei criteri per la concessione dei prestiti, sia alle imprese che alle famiglie. La percentuale netta delle risposte che segnalano di aver irrigidito le condizioni di credito praticate è scesa al 25% contro l'87% del mese di gennaio. L'allentamento delle restrizioni al credito, conferma l'analisi della banca centrale italiana, è dovuto soprattutto dalle minori difficoltà di accesso al finanziamento sui mercati all'ingrosso, in particolare quelli dei titoli di debito a medio-lungo termine, e ai minori problemi di liquidità incontrati dalle banche, oltre che ad un miglioramento delle attese sull'attività economica. Sulla base delle risposte delle banche l'attenuazione dell'irrigidimento dovrebbe inoltre proseguire, fino ad annullarsi, nel trimestre in corso. La domanda di prestiti delle imprese sulla base dell’indagine registra invece un marcato rallentamento nel primo trimestre.

26/4/2012

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