“Meglio del semestre precedente”. Se non fosse che il periodo luglio-dicembre 2023 è stato uno dei peggiori nel periodo post Covid i dati dell’analisi dell’Osservatorio di Como non sarebbero neanche pessimi.
In realtà però il confronto con i sei mesi precedenti rende solo accettabili dei numeri che, in assoluto, non sono certo quelli dei momenti migliori, anche se all’orizzonte pare esserci una piccola schiarita.
Rimangono alcune criticità nell’approvvigionamento delle materie prime, mentre l’occupazione si conferma in tenuta, nel consueto quadro di difficoltà nel trovare le giuste competenze.
“Il quadro – dice il presidente di Confindustria Como Gianluca Brenna – ci deve indurre a una forte cautela. Molte imprese comasche, infatti, soprattutto tessili, evidenziano ancora difficoltà per le quali non è stata sufficiente la vocazione internazionale. C’è però l’aspetto importante della tenuta dell’occupazione. Paradossalmente, potremmo dire che se c’è un problema, in un contesto che ormai si può definire di inverno demografico, è proprio quello di riuscire a individuare nuove figure di operatori specializzati e tecnici in grado di coprire quelle posizioni che, anche in virtù del cambio generazionale, sono sempre più scoperte. Per questo l’orientamento e la formazione, attraverso anche i nuovi strumenti degli ITS, sono al primo posto della nostra agenda strategica”.
In sostanza nei primi sei mesi del 2024 le imprese del territorio di Como per domanda, attività produttiva e fatturato hanno avuto variazioni negative di lieve entità (-1,3%) a livello tendenziale mentre sul fronte congiunturale hanno mostrato un incremento (3,2%).
Gli impianti più utilizzati sono stati quelli delle realtà metalmeccaniche (77,4%), i meno usati quelli delle tessili (56,0%).
Quasi impercettibili i miglioramenti attesi nel secondo semestre: +0,6% per il consolidamento dei livelli di domanda, +0,4% per il fatturato, con flessione (-0,9%) per la produzione.
Il fatturato realizzato al di fuori dei confini italiani supera un terzo del totale (34,0%): il made in Como è apprezzato in molteplici mercati: dall’Europa Occidentale, dove è generato il 18,0% delle vendite complessive, all’Europa dell’Est (3,8%), dagli Stati Uniti (3,7%) ai BRICS (2,9%), dall’Asia Occidentale (1,8%), fino all’America Centro-Meridionale (1,0%).