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PV, un luglio tra esperimenti, conferme e qualche dubbio

Che edizione di Première Vision Paris è stata? La stessa domanda fatta a persone diverse dà risposte diverse: c’è chi era al debutto e quindi deve fare le valutazioni del caso, chi è rimasto il linea con i buoni risultati delle scorse edizioni e chi invece si aggiunge alla lista degli scontenti per data e affluenza.

Un mix che lascia il salone in una situazione di attesa per il prossimo futuro ma che obbliga anche gli organizzatori a riflessioni abbastanza celeri. Un esempio di questa frammentazione di pareri arriva dal distretto pratese, con due delle aziende presenti, in controtendenza rispetto al resto della pattuglia toscana che fino a poche edizioni fa era assai numerosa: stand a pochi metri di distanza, soddisfazione da un lato, qualche dubbio dall’altra.

Appuntamenti numerosi e qualificati per In.tes.pra., con la collezione guardata e riguardata da decine di clienti già dal primo giorno, qualche malumore per Luca Saccenti, che pure nello stand di Faisa ha visto passare molti buyer. “Bisogna tornare a settembre – dice – sia perché non ha senso fare a luglio due fiere importanti come PV e Milano Unica nel giro di una settimana, sia perché in precedenza ci sono già state piccole fiere locali di precollezione sia perché la data a inizio mese non ci dà tempo per completare la collezione vera e propria. Di questi tempi è impossibile che chi è già venuto a vederci a Londra o a Monaco di Baviera venga anche a Parigi e a Milano”.

La fiera di Parigi ha ancora un ruolo importante per Fiorenzatulle: “E’ assodato che gli ordini che si chiudono in questi tre giorni – dice Alfredo Fontani – non bastano neanche a coprire le spese del salone, ma basta trovare un nuovo cliente o un nuovo sbocco di mercato per avere ottimi benefici. Qui a Parigi ci sono anche clienti arabi, per esempio”. Nello stand in mostra un prodotto con una concorrenza ristretta: “Il tulle – dice ancora Fontani – non ha una stagionalità quindi il campionario va bene per ogni fiera che facciamo. Ora c’è una buona applicazione nel mondo della danza, soprattutto in Italia. Con un’offerta dimezzata dal Covid chi è rimasto ora fa numeri interessanti, anche se per questo 2024 prevediamo un calo del 25% rispetto al 2023 in termini di metratura venduta. In ogni caso noi lo scorso anno abbiamo investito in macchinari per l’azienda, che ha un ciclo verticale completo, e quindi aspettiamo di vedere i risultati in futuro”.

Debutto a Première Vision per l’azienda umbra Filati Power, che ha preferito l’evento parigino a Pitti Filati e che è stata l’unico brand italiano nello spazio Yarns: “Abbiamo fatto questa scelta – dice la titolare Benedetta Brizzi – per trovare uno sbocco su un mercato come quello francese, su cui abbiamo deciso di puntare per il prossimo anno. E’ un cambio di strategia al quale crediamo fortemente, visto che con PV faremo anche il salone di New York. Per quanto riguarda Parigi poi vedremo se rimanere nell’area Yarns come Power o partecipare a febbraio nella parte del Manufacturing con Mivania, che è il nostro marchio di maglieria”.

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Matteo Grazzini
Matteo Grazzini