Prato pensa da tempo ad utilizzare l’acqua di riciclo non soltanto, dopo i necessari trattamenti e l’immissione nell’acquedotto industriale, per la produzione manifatturiera, ma anche per altre finalità.
Oggi viene riutilizzato solo un terzo dei 10 milioni di metri cubi che ogni anno vengono depurati da Gida; i restanti potrebbero essere destinati a uso irriguo e per il lavaggio delle strade, ma sussistono degli ostacoli normativi che non lo consentono.
Ma le cose però potrebbero cambiare a breve, visto il primo passo favorevole fatto dall’Unione Europea, che ha redatto un nuovo regolamento, in vigore da fine giugno, per fissare i requisiti minimi necessari per il riciclo di acque oggetto di depurazione.
La legge italiana, dopo un decreto apposito della presidenza della Repubblica, sembra ormai prossima ad accogliere anch’essa questa impostazione, sebbene permangano delle differenze con la normativa europea che potrebbero complicare il percorso.
Gida e Comune di Prato portano avanti l’istanza presso le autorità nazionali: “Sarebbe davvero un grave errore continuare a sprecare acqua quando lo spettro dell’emergenza idrica diventa sempre più concreto – commenta la vicepresidente di Confindustria Toscana Nord Fabia Romagnoli – ed ora siamo a un passo dal traguardo, rimane solo l’armonizzazione della legge italiana con quella europea. Ci associamo all’auspicio espresso dal sindaco Biffoni che tutto sia risolto prima di arrivare all’estate. Sarebbe un beneficio per l’ambiente e anche per gli equilibri finanziari di Gida, fondamentale per allentare le pressioni tariffarie sulle imprese”.
Interviene anche Ivo Vignali, presidente del Consorzio Progetto Acqua che riunisce 210 imprese idroesigenti dell’area pratese, per lo più tintorie e rifinizioni: “E’ uno di quei casi in cui la tutela delle risorse si sposa con le esigenze economiche: quando l’acqua in uscita da Gida potrà essere utilizzata anche per l’irrigazione e per il lavaggio delle strade la società avrà una ulteriore fonte di reddito. Le imprese si trovano a sostenere tariffe elevate sia per la depurazione che per il collegamento all’acquedotto industriale: l’impiego dell’acqua depurata oggi inutilizzata potrà e dovrà servire ad alleviare questi oneri. Ci aspettiamo che si cominci a ragionare seriamente, a livello nazionale, di sgravi per le aziende utilizzatrici di acqua di riciclo. I tempi sono più che maturi”.