La partnership con la Fédération de la haute couture et de la Mode, il fil rouge che crea un legame con Première Vision ed il ruolo di Parigi come capitale mondiale della moda: questi alcuni dei capisaldi che accompagneranno la prossima edizione di Tranoï, il salone della moda parigino in programma al Palais de Tokyo dal 30 settembre al 3 ottobre.
Un tris di oneri ed onori raccontato dal direttore generale del salone, Boris Provost, da due anni alla guida della manifestazione dopo anni passati nel mondo della comunicazione nella moda e della leadership di eventi anche di altri settori commerciali.
Si può dire che negli ultimi anni Tranoï ha avuto un nuova vita?
L’accordo con FHCM, lo spostamento al Palias de Tokyo, che è l’hub della moda a Parigi, ed il nuovo formato del salone sono sicuramente un segnale di cambiamento. L’abbinamento con la Fashion Week accresce il valore dell’evento e ci consente di coinvolgere anche brand assai noti ma anche di essere più selettivi nella scelta dei designer, che sono esaminati da un apposito staff. Sono ammessi a Tranoï al massimo 52 stilisti di tutta Europa, in attesa di poter ospitare anche designer da Asia e Usa.
Tranoï torna in presenza, ma non solo.
Durante il salone avremo anche contenuti in video, con collegamenti con chi non può venire per le restrizioni legate al Covid, per scoprire le collezioni dei nuovi stilisti. Cosa diversa è Tranoï Link, che invece dura per tutto l’anno con un numero di stilisti e di collezioni molto più ampio.
Qual è il collegamento con Première Vision?
Tranoï è entrato da tempo in GL events Exhibition e quindi abbiamo gli stessi azionisti e siamo insieme nella divisione Fashion. Lavoriamo insieme su temi come le tendenze e la selezione, anche con team in comune. Durante la pandemia è stato un lavoro continuo ed adesso che siamo tornati alle fiere fisiche possiamo pensare anche ad un progetto globale da portare avanti insieme.
E’ diventato direttore generale proprio due anni fa, non esattamente il momento migliore per un passo come questo. Come ha influito la pandemia sui suoi programmi?
Ci sono stati dei pro e dei contro. Da un lato il virus, nella fase del primo lockdown, ha velocizzato il processo di digitalizzazione e ci ha consentito di aprire un nuovo fronte di affari con Tranoï Link. Dall’altro ci ha obbligati a vivere il riposizionamento del salone senza avere la possibilità di avere eventi in presenza.
Con alcuni eventi di settori che hanno accusato la crisi arrivando anche alla chiusura qual è la sua ricetta per consentire a Tranoï di restare al top?
Non è una ricetta ma una strategia. Puntiamo sull’accrescimento del valore del brand passo dopo passo, facendo attenzione e concentrandoci sulla selezione accurata degli stilisti che espongono i propri prodotti.
Tranoï Shanghai è stata una delle novità alla vigilia della pandemia. E’ ancora un progetto fattibile?
E’ una scelta che confermiamo, anche se ovviamente con le frontiere ancora chiuse non è possibile prevedere una data certa per avere questo evento in presenza e senza vincoli.
Parigi è ancora la capitale mondiale della moda?
Certo, certo, certo, certo! La settimana della Moda sarà piena di eventi tra spettacoli, sfilate e presentazioni e non saremo lontani dai numeri pre pandemia. Parigi continua ad attrarre tante persone ed addetti ai lavori della moda.