Arrivano anche da Tessilivari alcune osservazioni critiche sui limiti che presenta il decreto sostegni per le aziende del tessile colpite dalla pandemia.
Partendo dall’analisi delle perdite del settore tessile abbigliamento nel 2020 (-26% di ricavi) Tessilivari fa un’analogia con turismo, ristorazione, locali notturni, palestre e centri sportivi: “Il decreto sostegni – dice il presidente Matteo Cavelli – comprende una serie di iniziative che dovrebbero avere una ricaduta sulla collettività ma i cui ritorni, ad oggi, non sono ben chiari. La prima sensazione è che non incida in maniera rilevante sull’economia poiché l’allargamento della platea dei beneficiari comporta risorse in netta diminuzione. I ristori costituiscono una goccia nell’oceano dei costi e delle perdite di fatturato reali”.
Anche Tessilivari critica le soglie che tengono fuori dai ristori le aziende sulla base delle perdite di fatturato e indica nel 30 giugno, quando scadrà il blocco dei licenziamenti, la data della perdita del 15-20% di addetti, oltre 75.000.
Tessilivari ha presentato alcune richieste tramite Confapi nazionale per rinsaldare la tenuta economica delle aziende e tutelare la manodopera: la decontribuzione della manodopera femminile; l’eliminazione dell’imu peri capannoni non produttivi; contributi a fondo perduto proporzionali alla perdita di esercizio; pagamento della sola iva incassata; crediti di imposta per ricerca e sviluppo.
In più la proroga della cassa covid ed i contributi per l’internazionalizzazione. Ed infine l’iniziativa della Federazione Tessilivari e del Consorzio Promozione tendaggio volta alla creazione di un portale per la filiera tessile dell’abbigliamento e dell’arredamento dove sarà possibile individuare tutte le lavorazioni e i prodotti tessili made in Italy.