Centergross lancia l'allarme per i fallimenti

Arriva anche da Centergross un grido di allarme per il timore che gran parte delle aziende del polo più importante del fast fashion possano fallire.

Dopo la seconda settimana di chiusura forzata le oltre 400 aziende fashion di ogni dimensione chiedono allo Stato di dare risposte e dettare una linea chiara per scongiurare il fallimento alle porte di tante delle imprese.

Diversi imprenditori del distretto, tra i quali figurano marchi come Imperial, Rinascimento, Gruppo Kaos, Kontatto, Vicolo, Souvenir, Susy Mix, Successori Bernagozzi, Tiemme Export e Ovyè hanno lanciato proposte concrete, chiedendo tra le altre cose, liquidità immediata e proroghe su pagamenti e tasse da versare.

Per Emma Tadei, direttore generale di Rinascimento, sostiene la necessità di “iniziare un percorso con le associazioni di categoria e con chi siederà al tavolo per decidere il prossimo decreto di aprile Salva Italia. Così come è importante continuare ad avere un rapporto diretto con il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini”.

“Una soluzione – dice Federico Ballandi, titolare di Kontatto – potrebbe essere l’eliminazione dell’iva e dei contributi da versare allo Stato, mentre le aziende, a loro volta, potrebbero effettuare degli sconti sui capi. L’importante è far ripartire la filiera e snellire i costi che possono appesantire il sistema economico”.

Secondo Gianluca Santolini, titolare di Susy Mix, “è necessario affidarsi agli strumenti che la tecnologia offre, l’e-commerce innanzi tutto, e pertanto chiediamo che lo Stato metta a disposizione finanziamenti agevolati e bonus fiscali per investimenti sul digitale”.

«Necessitiamo di finanziamenti per l’intera filiera produttiva – sostiene Marco Calzolari, titolare del Gruppo Kaos – da erogare alle aziende e ai nostri clienti, i commercianti, che versano nella nostra stessa situazione”.

«Il nostro Centro ha garantito prosperità alle aziende e al territorio – conclude Piero Scandellari, presidente di Centergross –e ora questa eccellenza del Made in Italy rischia di crollare e dobbiamo fare tutto il possibile per salvarla: chiediamo quindi al Governo di fornirci gli strumenti necessari per contrastare una crisi che rischia di raggiungere dimensioni irreparabili”.

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