Romito Manifatture

Chitosano e graphene, le nuove frontiere del tessile

Creare moda pensando a gamberetti e termometro: è questo lo strano mix che anima i capi di Romito Manifatture, che si appresta a partecipare alla sua sesta Pitti Uomo presentando abiti ‘a base’ di chitosano e Graphene.

Il brand lucchese made in Italy abbraccia la sostenibilità e il Detox di Greenpeace presentando alla Fortezza da Basso la nuova collezione primavera-estate con giubbotti, pantaloni, felpe e T-shirt con processi di tintura e customizzazione basati su Chitosano e Graphene. Il primo è, come spiega il surface designer Maurizio Brocchetto, una sostanza di origine naturale, atossica, biocompatibile e biodegradabile, ricavata dall’esoscheletro dei crostacei, che conferisce resistenza al tessuto e prevede un ciclo di tintura completo ed ecologico”, mentre il Graphene  è un procedimento nanotecnologico che garantisce l’isolamento termico e il mantenimento della temperatura corporea anche in caso di esposizione diretta al sole.

“Per Romito Manifatture – sottolinea il titolare Qiaoyong Zhou – è fondamentale distinguersi nella qualità dei prodotti, mantenendo i prezzi accessibili ma coniugando sempre innovazione e rispetto dell’ambiente: due aspetti dai quali non intendiamo prescindere”.

Col chitosano il tessuto grezzo può essere tinto con pigmenti esclusivamente naturali, senza l’utilizzo di agenti chimici, ottenendo livelli di solidità, durata e brillantezza dei colori inediti per la tintura naturale. E riducendo a zero il consumo di acqua, aspetto particolarmente gradito da Greenpeace.

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