E’ pari a 150 miliardi di euro il fatturato annuale dell’industria francese della moda, mentre le sue esportazioni si attestano a quota 33 miliardi, in questi numeri sono però compresi anche gli accessori, la cosmesi e i profumi, che rappresentano una discreta quota del settore fashion in senso lato, settore che nel suo insieme genera oggi il 2,7% del pil del Paese, superando l’incidenza di comparti come l’industria aerea (102 miliardi) e quella automobilistica (39 miliardi).
Questi dati sono stati diffusi dalla Fédération Française de la couture a margine delle sfilate di ready to wear sulla base di uno studio condotto dall’Ifm-Institut français de la mode.
Guardando ai singoli settori, il tessile-abbigliamento genera un fatturato di 67 miliardi di euro, seguito da profumi e cosmetici (44 miliardi), pelletteria e scarpe (22 miliardi), dall’ottica (9 miliardi) e dall’orologeria e gioielleria (9 miliardi).
Interessante anche l’analisi effettuata sui tassi occupazionali dei singoli comparti: 362mila persone sono impiegate nella vendita al dettaglio (74 miliardi di euro di fatturato), 80 mila in quella all’ingrosso (43 miliardi) e 136 mila della fabbricazione (33 miliardi).
Per quanto riguarda le ricadute delle manifestazioni che hanno a che fare col settore, le fashion week, con più di 300 sfilate all’anno e un calendario in cui le griffe straniere pesano per il 50% (contro un 13% di griffe straniere in passerella a Milano, un 9% a New York e un 5% a Londra), generano 1,2 miliardi di euro di ricadute annuali, mentre le 27 fiere professionali riuniscono nella capitale 14mila espositori, 75% dei quali provenienti dall’estero.