Con il road show inizia Filo 2016

Con il road show di presentazione della sua 45ª edizione è di fatto iniziata l’avventura 2016 di Filo, sul quale è stato alzato il sipario ieri e oggi con gli appuntamenti a Biella e Milano.

L’appuntamento è al Palazzo delle Stelline di Milano il 2 e 3 marzo: “L’ottimo andamento delle ultime edizioni – dice Paolo Monfermoso, responsabile del salone– conferma la validità della formula di Filo: una fiera orientata al business e che punta a dare il massimo risalto all’altissima qualità della produzione italiana ed europea di filati. Il nostro obiettivo per il 2016 è dunque quello di allargare il numero delle aziende che partecipano a Filo, sia italiane sia estere, attraverso una comunicazione più incisiva e diretta. Per il secondo semestre, in collaborazione con Ice-Agenzia, stiamo valutando l’opportunità di presentare Filo anche a gruppi di operatori stranieri. Ma le novità non riguardano solo l’attività di promozione di Filo; l’edizione di marzo del salone proporrà un rinnovamento dello spazio espositivo all’interno del Palazzo delle Stelline, che è stato ripensato per renderlo ancora più funzionale ed accogliente. Abbiamo rivisto anche l’illuminazione, studiata in modo da far risaltare immediatamente la qualità delle collezioni esposte”.

Ruolo di primo piano durante la presentazione per Gianni Bologna, responsabile creatività e stile di Filo, che avrà come tema “Curriculum vitae”: “Uno dei fenomeni che caratterizzano indiscutibilmente la nostra società – dice Bologna – è il progressivo aumento della superficialità e di quel “cattivo gusto” che ne è la conseguenza. La prima parte della presentazione è dunque dedicata al desiderio compulsivo di riempirsi la vita con un eccesso di presenza, di visibilità, di occupare lo spazio del mondo con il proprio ego. L’altra faccia della medaglia – ripresa nella seconda parte della presentazione – è invece il desiderio antipodico del “fare finta di non esserci”, isolandosi o scomparendo, almeno temporaneamente, sottraendosi alla propria e all’altrui logorrea, così che il mondo ci possa apparire per quello che è veramente; ovvero molteplice e decentrato, percorso da mille linee di fuga”.

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