Due nuovi consiglieri, lo stesso presidente e il rilancio ulteriore del progetto con Greenpeace Italia: queste le novità dopo l’assemblea del Consorzio Detox, nella quale il presidente Andrea Cavicchi ha presentato il programma biennale elaborato con Chiara Campione di Greenpeace.
“Sono sicuro – dice Cavicchi – che lo standard raggiunto anni possa essere un’esperienza fondamentale in un momento di crisi ambientale. Le produzioni delle nostre aziende, infatti, non solo garantiscono il rispetto dell’ambiente ma saranno anche una risorsa fondamentale sul piano dell’economia circolare. Vogliamo lavorare con un piano molto ambizioso e rafforzare il ruolo del Consorzio nel sistema moda con una ricca rete di collaborazioni internazionali”.
Le prossime attività manterranno come prioritari gli impegni di eliminazione delle sostanze pericolose Detox. L’obiettivo è di conservare l’eccellenza e l’unicità dell’esperienza fatta dalle aziende del consorzio mettendola in rete con il lavoro svolto da altre associazioni ed enti di certificazione come ZDHC, Oekotex to Detox e Bluesign.
Il consorzio si rafforzerà attraverso la collaborazione con i maggiori laboratori di analisi per il settore moda a livello nazionale, così da assicurare un monitoraggio constante dei risultati ottenuti nei processi produttivi e nei prodotti. Sul tema della sostenibilità andrà avanti il progetto The time is now!, elaborato insieme a IED- Istituto europeo di design e Greenpeace, arrivato alla seconda fase – New citizen, 1.5 – i cui risultati saranno resi noti in occasione di Pitti Uomo a giugno.
Il consiglio di amministrazione è stato allargato con Manuele Nipoti e Annalisa Bellu che si aggiungono ai Andrea Cavicchi, Francesco Marini, Alberto Pestelli, Luca Ciampolini, Marco Benesperi, Gabriele Paoletti, Alessandro Aiazzi.
“La campagna Detox, iniziata nel 2011 – aggiunge Chiara Campione – ha portato a progressi molto significativi nell’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose dall’industria della moda. L’impegno delle aziende è stato determinante. Adesso è necessario estendere questo impegno al resto dell’industria della moda con lo stesso rigore e ambizione che caratterizzano il CID”.